Il comandante Adam Dalgliesh, di New Scotland Yard, non avrebbe mai pensato di dover tornare in quel piccolo museo di Londra che aveva visitato appena una settimana prima. Dedicato all'epoca compresa tra le due guerre mondiali - con una sala riservata ai più celebri delitti commessi in quel periodo - il museo è proprietà di tre fratelli, uno dei quali è stato ritrovato carbonizzato all'interno della sua auto. E' proprio dalle modalità di questa morte - che richiama un delitto commesso negli anni Trenta - che il comandante Dalgliesh parte per fare luce sul caso. Quasi subito emerge che la vittima era l'unico dei fratelli a non voler più tenere in vita il museo. Ma dietro questo delitto si nascondono ben altre implicazioni. E, purtroppo, la scia di sangue è destinata ad allungarsi drammaticamente secondo un copione che pare prestabilito da una mente perversa. Chi sta lanciando il guanto di sfida a Dalgliesh? E qual è il motivo di tanta ferocia? Con "La stanza dei delitti" la scrittrice inglese si dimostra all'altezza della sua fama disegnando uno scenario da brivido dai toni gotici, in cui tra atmosfere ovattate e ambienti claustrofobici si agitano ombre gravate da un oscuro passato. P.D. James, ancora una volta, apre le porte di un mondo segreto, e accende il palcoscenico delle mille invidie, idiosincrasie, e istinti delittuosi che animano la tradizione del mystery inglese. Ed è compito, naturalmente, del comandante Dalgliesh scardinare un muro di menzogne dietro cui non si cela soltanto un delitto, o una crudeltà individuale, ma una ragnatela di ipocrisie che ritrae, più fedelmente di ogni altra cosa, la nostra società contemporanea
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