«I giullari di Dio» - il romanzo più compiuto e memorabile di Morris West — è un'opera di fede, amore e speranza. Si apre con un drammatico colpo di scena: il papa in carica, Gregorio XVII, un uomo che nell'ultimo, tormentoso decennio di questo secolo si è adoperato con tutto il suo potere per promuovere un maggior accordo tra i popoli e il trionfo degli ideali cristiani, improvvisamente e inesplicabilmente rinuncia. La ragione viene attribuita al suo cattivo stato di salute, ma la verità è ben altra. La Curia gli ha dato un ultimato: o rinuncia o verrà dichiarato clinicamente insano di mente. Che cosa ha motivato una simile mossa? Gregorio afferma di aver avuto una visione apocalittica e la rivelazione del secondo avvento, e si propone di divulgare la novella in una enciclica. I pericoli di un simile gesto sono ovvi: l'espfosione del panico in un mondo già sull'orlo del precipizio nucleare, l'angosciato smarrimento dei fedeli, la proliferazione dei culti più disparati e pericolosi, la disperata e feroce lotta per la sopravvivenza. Chi è l'uomo deciso a far precipitare nel caos un mondo già sconvolto? Un pazzo, un mistico, o un essere assetato di potere? Intorno a questo inquietante interrogativo Morris West costruisce una vicenda ricca di personaggi, di dramma, di idee, una storia che riafferma la dignità dell'uomo e rappresenta un'emozionante esperienza di lettura.
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