Anodos, il protagonista, narra in prima persona un viaggio nel Paese fatato, che dura ventun giorni, quanti sono gli anni che ha appena compiuti. Come Dante, i cavalieri del Graal e il pellegrino puritano di John Bunyam, Anodos s'incammina nella foresta, ignaro delle prove e dei pericoli che lo aspettano, stupito delle meraviglie che si susseguono con ritmo incalzante: l'inanimato si anima, sente, vede, parla; dal niveo marmo scaturisce una donna, dai tronchi solenni degli alberi escono di notte le driadi, come di giorno le ninfe dai fiori multicolori, per popolare la selva e dar vita, con falene, lucciole e farfalle, a una interminabile kermesse. Trappole insidiose sono tese a ogni passo, talora Anodos ne rasenta l'orlo salvandosi appena in tempo grazie all'intervento di spiriti tutelari, talaltra cade vittima di tranelli irresistibili, da cui si riscatta ogni volta con ardimento e coraggio, fino alla tragica prova finale.
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