Cosa lega Nicolas Eymerich, inquisitore domenicano nato nel 1320, e l'omonimo personaggio nato dalla penna di Valerio Evangelisti nel 1993? Come il suo reale gemello, l'Eymerich letterario è approdato alla carica di inquisitore generale d'Aragona nel 1352; e svolge la sua funzione con spietata energia contro culti pagani, sette demoniache e misteriose forze maligne. Combatte gli stessi nemici, affronta gli stessi viaggi, esercita la giustizia di Dio con la stessa feroce imparzialità. Ma l'Eymerich di Evangelisti è anche molto di più del suo modello storico. Intollerante e spietato come ogni inquisitore che si rispetti, e però uomo intelligente, colto, dotato di spirito e di coraggio, privo di dubbi eppure tormentato. Le sue avventure si svolgono in un luogo che gli appartiene - quello dell'Europa medioevale popolata da cristiani, eretici, ebrei, musulmani - ma anche in piani temporali diversi, che spaziano dal nostro passato prossimo al futuro più remoto. Infatti il nemico di Eymerich non può avere che sconfitte brevi e temporanee, e un'entità metafisica che ripropone attraverso i secoli un'unica eterna sfida, alla quale il frate risponde con l'arma di una fede incrollabile ma priva di illusioni. Come scrive E. G. Laura nell'introduzione a questi tre primi romanzi, mai apparsi prima d'ora in libreria, questa sfida è lanciata anche al lettore, “a cui Evangelisti toglie ogni certezza spingendolo nel mare del dubbio e dell'angoscia".
|