XPD: questa la terribile sigla che una volta apposta su un fascicolo decreta la morte di un uomo, da parte dei servizi segreti inglesi. E in questo romanzo di Len Deighton, che è una delle più brillanti opere del genere spy-story che siano mai state scritte, la sigla XPD ricorre spesso, con tutta la sua terribile efficacia. La vicenda ha origine in un mattino del giugno 1940: Churchill e Hitler s’incontrano segretamente in una sperduta località della Francia, per decidere del futuro del mondo. Che cosa si siano detti è un segreto che nessuno dovrà mai conoscere, pena un ordine di XPD. Ma qualcuno sa; si dice, addirittura, che qualcuno conservi i verbali di quell’incontro: ma chi? Stuart Boyd, un agente operativo dell’Intelligence Service, riceve dal suo capo, che è anche il suo ex suocero, Sir Ryden, l’incarico di rintracciare quei verbali che, insieme ad un grosso carico di oro e monete preziose, scomparvero misteriosamente alla fine della seconda guerra mondiale dalla miniera di Kaiseroda, presso Francoforte, dove li avevano nascosti i fedelissimi del Fuhrer. Chi se ne appropriò? Man mano che la vicenda si sviluppa, l’intero affare si complica: Boyd scopre che al ritrovamento di quei documenti s’interessa un po’ troppa gente, e per contrapposti motivi: oltre all’Intelligence Service, la CIA, il KGB, un gruppo di ex nazisti che mirano a riesumare il culto del loro antico capo, un gruppo di ebrei tedeschi che vogliono ottenere l’effetto contrario. Il gioco si fa sempre più pericoloso, la posta più alta. Boyd si rende conto che deve guardarsi da tutti, alleati, come "quelli” della CIA, e avversari, come il KGB; giunge persino a temere che un ordine di XPD sia stato emanato contro di lui dal suo stesso capo, il suo ex suocero, che segue l’indagine con un interesse forse troppo personale... Render conto dei vari personaggi, tanto sono numerosi, ricchi di personalità e motivazioni assai diverse tra loro, così pronti a cambiar faccia e ruoli, è difficile, e solo l’Autore riesce a tenerne in mano le fila e a seguirli. Alla fine ogni mistero sarà svelato, ogni tassello occuperà il suo giusto posto, dopo che il lettore avrà rischiato anche di smarrirsi nella rete di doppigiochi, tradimenti veri o finti, agenti creduti al servizio di una parte e poi risultati, a loro stessa insaputa talvolta, al servizio di un’altra, ecc. E impossibile rivelare in poche note la complessità di questo congegno così magistralmente montato da Deighton: XPD è un capolavoro del suo genere e i capolavori non si spiegano: se ne rimane affascinati.
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