«Le pistole puntavano in tutte le direzioni. Erano esposte nel banco sottovetro. Paul Benjamin, caminando lungo il banco, le osservò una ad una. "Vi interessano le pistole?" Il proprietario sperava non tanto in una vendita quanto in un po' di conversazione. E Paul riconobbe il tono dell'amatore. Le pistole erano begli oggetti, belle opere artigianali; con un po' di incoraggiamento sarebbe corso a tirar fuori da qualche sgabuzzino la sua collezione di fucili a pietra focaia...» È l'inizio già allucinato nella sua apparente tranquillità di una nuova incursione di Brian Garfield nel mondo dei «giustizieri della notte» dopo con quella con cui già aveva conquistato anni fa un clamoroso successo ed espugnato ancor più clamorosamente il cinema. È giusto che i singoli assumano la giustizia nelle loro mani quando lo stato non li protegge abbastanza? L'eroe di Garfield è sempre Paul R. Benjamin, protagonista della precedente avventura. Già passato attraverso una terribile esperienza, ha lasciato New York, si è trasferito altrove. Ma ha ormai nel sangue l'istinto del giustiziere. E, d'altra parte, il delitto pare aver preso di mira i suoi familiari, lui stesso. La società scopre di doversi difendere anche dal giustiziere. E la prima idea che viene alle superiori autorità è una idea criminale.
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