Ermanno Chatonner, invalido, persuade Vera Brace a sposarlo e a seguirlo nella sua dimora di Belle Fleur, nei pressi di New Orleans, ma non le dice che vi abitano le sue due sorelle e altre persone. A Belle Fleur, Vera trova un’accoglienza ostile. La considerano un’intrusa e il giudice Yarrow, vecchio amico di famiglia, l’accusa apertamente di aver sposato un moribondo per avidità di danaro. Il secondo giorno, Ermanno, incurante delle sue proteste, le dice che farà un nuovo testarnento, lasciandola erede universale, e la sera la prega di recarsi al panfilo, ancorato nella baia fluviale, in cerca del giudice Yarrow. Vera attraversa il querceto tenebroso e, con una barchetta, raggiunge il panfilo dove trova il giudice morto, al suolo, in un lago di sangue. Accanto al cadavere c’e un biglietto che accusa proprio Vera di aver commesso il delitto. Ecco un romanzo in cui lo studio dei caratteri e delle emozioni umane è tanto importante quanto l’enigma che circonda il delitto. Mignon G. Eberhart dimostra ancora una volta le sue doti di fine romanziera psicologa.
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