Futuro è un libro unico e irripetibile, così come sono irripetibili gli anni ai quali si riferisce (1962-1964), quando l'omonima rivista "Futuro" viveva la sua breve e folgorante vicenda. Era un periodo di iniziative e di fermenti che portarono a quella che è stata poi definita "la linea italiana della fantascienza". Specchio e rievocazione di quel momento, il presente volume ne registra la cronaca attraverso episodi e personaggi oggi essenziali nella nostra narrativa d'anticipazione. Per merito dei "pionieri" di Futuro, a cominciare da Lino Aldani che ne era il direttore, la fantascienza di casa nostra non è più uno "scandalo", ma una felice e concreta realtà. Inìsero Cremaschi, uno dei protagonisti di questa vicenda, racconta in modo brillante e obiettivo le fasi di un dibattito che tendeva a qualificare la science fiction, e non solo quella italiana, come una tipica e nobile espressione narrativa della nostra società neoindustriale. Cremaschi presenta i migliori racconti apparsi su "Futuro", alternandoli con la cronistoria e illuminando la personalità di autori come Giulio Raiola, Maurizio Viano, Massimo Pandolfi, Piero Prosperi, e di scrittori che in seguito si sono dedicati con successo al romanzo, come Lino Aldani, Gustavo Gasparini, Anna Rinonapoli e Gilda Musa. La selezione narrativa di "Futuro" comprende anche racconti quasi introvabili, come Buonanotte Sofia di Aldani o Il quinto punto cardinale dello stesso Cremaschi. Accanto ai racconti della sezione narrativa, testimonianze di un periodo tempestoso ed "eroico", l'Appendice riunisce le interviste con scrittori - Elio Vittorini, Libero Bigiaretti o Mario Soldati - raccolte dai redattori della rivista, come riprova che la fantascienza del gruppo di "Futuro" ha sempre giocato ad armi pari con la narrativa tradizionale
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