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I Libri di Tolkien [virtuale] - Bompiani

 
 
Codice:32371      
 
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N. Volume:   [-]
Titolo:   La realtà in trasparenza - Lettere
Autore:   John Ronald Reuel TOLKIEN
   A cura di: Humphrey CARPENTER e Christopher TOLKIEN
   Traduzione: Cristina DE GRANDIS
   Copertina: Pamela CHANDLER
 
Data Pubbl.:   Novembre 2001 ISBN:    9788845291302
Titolo e/o Data Orig.:   The Letters of J.R.R. Tolkien, 1981
Note:   (I Libri di Tolkien)
 
Genere:   Libri->Fantasy
 
Categoria:   FANTASTICO Rilegatura:   Brossura con sovraccoperta
Tipologia:   Ristampe/Riedizioni Dimensioni:   135 x 215
Contenuto:   Saggio  N. pagine:   528
 
 
  Ultima modifica scheda: rammstein 18/08/2015-13:28:04
 
   
 

 
 
Francia, fronte della Somme, marzo 1916. Truppe britanniche sono acquartierate fra caseinatte e trincee fangose. A intervalli imprevedibili rischiano le granate, imperversano i proiettili. E un triste pomeriggio piovigginoso; un ventiquattrenne ufficiale dell'11° fucilieri del Lancashire ha letto vecchi appunti di lezioni militari, ed è già stufo dopo un'ora e mezza. Tralasciata quell'occupazione frivola, si dedica a qualcosa di serio: ritocca e perfeziona un linguaggio di sua invenzione, la lingua delle fate. Dell'evento, più importante dei proiettili d'artiglieria, da notizia in una lettera alla fidanzata.
Quell'ufficiale segnalatore è, naturalmente, John Ronald Reuel Tolkien, e della saggezza che lo spinge continuamente a lasciare da parte le faccende puerili e un po' goffe, la politica, gli affari, la vita mondana, per tornare a realtà autentiche e perenni, gli elfi, le fate, gli alfabeti fantastici, i poemi d'amore, queste pagine sono inesauribile testimonianza. Eccolo nel 1914, durante una visita molto noiosa al rettore dell'Exeter College di Oxford, fuggir via nella pioggia e correre a casa, ai suoi libri; rieccolo nel 1938, al tempo dei patti di Monaco, quando in Inghilterra d'altro non si parla se non di Hitler e del ben riuscito appeasement, preoccupatissimo per l'effigie mal riuscita di Mr. Baggins in un'illustrazione per Lo Hobbit. E qui rinasce il solito interrogativo. Si crede abitualmente che gli inventori di mondi paralleli siano tanto più distinti signori normalissimi e un po' grigi quanto più il mondo nato dalla loro fantasia è eccentrico. Tolkien no: leggiamo le sue lettere, e ci accorgeremo che nella sua vita di professore gentile e sereno, di accademico coltissimo e puntuale, di gentleman refrigerante, di nonno delizioso, si nasconde un segreto. Leggiamo e vedremo, forse in trasparenza, che ogni pagina, ogni riga può essere decifrata in vista di quel segreto. Sbaglia però chi pensa a J.R.R. personaggio della Terra di Mezzo: quello è il porto della fantasia, e come ogni porto finisce per essere autonomo. "Io in realtà," scrive Tolkien a Amy Ronald nel 1969, "non appartengo alla storia che ho inventato, e non voglio appartenervi." Il suo è un altro mondo, dunque, pur se non è il nostro. Ma quale? Quirino Principe