Alla definizione del vastissimo corpus narrativo di J.R.R. Tolkien mancavano questi 'Racconti incompiuti', che il figlio dello scrittore, Christopher, ha amorosamente raccolto e conservato per anni, e che qui pubblica con l'apparato di note, appendici, indici, necessario alla loro piena comprensione e al loro inquadramento anche "storico" nell'universo tolkieniano. Va però subito detto che molto spesso questi racconti "incompleti" appaiono in effetti in sé conclusi e perfetti, e anzi da annoverare tra le espressioni più alte dell'arte di J.R.R. Tolkien, e ne fanno fede - ma è soltanto un esempio - "Narn I Hîn Húrin" e "Aldarion ed Erendis". Impegnato a lungo nella progettazione e stesura della sua grande favola, Il Signore degli Anelli, lo scrittore continuò per decenni a sviluppare temi e filoni, per poi riporre questi suoi testi nel cassetto perché gli sembravano non immediatamente integrabili ne! disegno generale: rami collaterali, spesso però di fondamentale importanza sia formale che contenutistica, appartenenti ai due "momenti" principali della produzione tolkieniana, il mitologico esemplificato dal Silmarillion, e il favolistico (Il Signore degli Anelli, Tom Bombadil, Lo Hobbit, Albero e Foglia, eccetera). Sono racconti che in ordine di tempo (il tempo "altro" di quel colossale arazzo, policromo quanto coerente e unitario, che è l'opera di Tolkien) vanno dai Primi Giorni della Terra di Mezzo alla fine della Guerra dell'Anello; e vi si legge, tra l'altro, come Gandalf riuscì a spedire i Nani a Hobbiville, quel che accadde allorché il dio del mare, Ulmo, si rivelò a Tuor sorgendo dalle acque sulla costa del Beleriand, qual era l'organizzazione militare dei Cavalieri di Rohan, com'era fatta l'Isola di Nùmenor, come si svolse la Battaglia dei Campi Iridati, e ancora tutto quello che le "antiche cronache" narrano dei Cinque Stregoni, delle Palantiri, della leggenda di Amroth... Per gli innumerevoli fedeli di J.R.R. Tolkien, è questo il necessario completamento, e insieme la chiave ai molti enigmi lasciativi insoluti, del 'Signore degli Anelli' e del 'Silmarillion', con i quali forma in realtà una trilogia: un libro destinato a coloro che non s'accontentano delle vicende, dei "fatti", ma vogliono esplorare fino in fondo la Terra di Mezzo con i suoi linguaggi, le sue leggende, i suoi sviluppi politici, le sue genealogie, come pure a chi apprezza soprattutto il succedersi, qui continuo, incalzante, di episodi, personaggi, eventi tragici, grotteschi, patetici. Dove i racconti sono rimasti allo stato frammentario, le lacune sono state colmate dal figlio dello scrittore con spiegazioni, chiarimenti, rimandi alle opere già note; la partecipe traduzione di Francesco Saba Sardi ha contribuito a sciogliere i nodi di un testo spesso arduo. Questo, che è l'estremo e postumo messaggio del grande scrittore inglese, è dunque il fastigio che corona splendidamente l'edificio narrativo e filologico del "creatore d'un intero mondo" (Auden). Nani, elfì, il Signore Oscuro e il drago Glaurung, uomini buoni e cattivi, orchi, eroi e vigliacchi, guerrieri e maghi, briganti e navigatori, re e regine, per l'ultima volta sfilano sotto lo sguardo incantato del lettore-spettatore, concludendo l'enorme ciclo del suo indimenticabile epos.
Dall'anticipazione: I racconti che completano e sviluppano il mondo fantastico della Terra-di-Mezzo.
I racconti contenuti in questa raccolta rappresentano un vasto corpus di opere che integrano e sviluppano il fantastico mondo creato dall' autore di Il Signore degli Anelli. Impegnato nella costruzione del corpus principale della sua meravigliosa architettura, Tolkien non si preoccupò di dare alle stampe questi racconti che di quel mondo sviluppano percorsi e personaggi. Ora, con degli apparati di note, appendici, indici, curati dal figlio Christopher, queste storie vedono la luce in tutta la loro ricchezza, offrendo agli appassionati dei mondi fantastici di Tolkien un nuovo e ricco universo di avventure.
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