Pubblicato nel 1938, Alta cucina è un capolavoro della letteratura di genere del Novecento ed è anche uno dei romanzi chiave del ciclo di Nero Wolfe, un ciclopico, sedentario ed egocentrico detective che risolve i casi senza muoversi mai dalla sua scrivania, delegando la parte “materiale” dell’indagine al suo braccio destro Archie Goodwin.
Con la creazione di questa coppia in giallo, Rex Stout risolve genialmente la querelle tra l’hard boiled americano e il mystery inglese, facendoli convivere – attraverso una ricca e divertente dialettica caratteriale – nella stessa struttura narrativa. Una sintesi, questa, che per risultati e armonia rimarrà unica nella storia del giallo. Il genio dell’investigazione Nero Wolfe considera il suo lavoro solo una breve parentesi necessaria tra attività più felici. Ama, infatti, curare la sua gigantesca collezione di orchidee ed è uno chef raffinato.
Per questo accetta di abbandonare la sicurezza della sua abitazione nella 35ª Ovest di New York e di prendere un treno per il West Virginia, sedotto dalla duplice opportunità di assistere al convegno dei quindici migliori cuochi del mondo e di carpire la ricetta segreta delle prelibate “salsicce mezzanotte”. Ma le sue aspettative vengono deluse quando uno degli chef presenti viene assassinato. Wolfe e il suo fidato collaboratore Archie Goodwin sono così costretti a mettersi di nuovo al lavoro, questa volta alla ricerca degli ingredienti del delitto perfetto.
Raffinato, scritto con mano felice e scoppiettante ironia, Alta Cucina testimonia di una stagione particolarmente felice della carriera dell’autore. Considerato il suo capolavoro, è stato portato in numerose occasioni sul piccolo schermo
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