Costruito attorno alla tematica del tradimento e della sua variante raffinata, il doppio gioco, La spia che venne dal freddo è il romanzo che ha dato fama internazionale a le Carré, scrittore dallo stile potente e raffinato, ispirato da Dickens e Balzac. Per le Carré, lo spionaggio è un genere di valore universale, capace di raccontare tanto il mondo quanto l’animo degli uomini; e con questo romanzo, considerato il suo capolavoro, l’autore riuscirà nella durissima impresa di conferire al genere la nobiltà della letteratura. Siamo nel 1961, la tensione della guerra fredda è al suo apice e Berlino ne è l’epicentro. Quando l’ultimo agente sotto il suo comando viene ucciso mentre cerca di attraversare il Muro di Berlino, Alec Leamas è richiamato a Londra, dove spera di ritornare definitivamente, dopo anni passati “al freddo”, oltrecortina. Ma Controllo, il suo capo, ha altri piani e Leamas viene richiamato per quella che si rivelerà essere la più pericolosa delle sue missioni. Immerso in un’atmosfera costantemente grigia e soffocante, il romanzo trascina il lettore in una labirintica operazione di disinformazione dove tutti i personaggi sono pedine inconsapevoli di un gioco feroce. Romanzo emblema della guerra fredda, nel 1965 è diventato un film con Richard Burton.
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