Sin dal suo debutto nel 1931, il commissario Maigret rappresenta una vera rivoluzione tra i detective del giallo. Lontano dai dandy del mystery inglese quanto dalla violenza della “scuola dei duri”, il commissario parigino incarna per la prima volta l’eroe ideale della borghesia francese. Capace nel suo lavoro e ostinato, Maigret è un uomo ordinario, prevedibile nel suo quotidiano familiare e nei suoi piccoli vizi. Anche le sue inchieste, affascinanti viaggi nella Francia profonda delle persone comuni, rompono con il sensazionalismo cui i lettori sono abituati, costruendo l’affresco irripetibile di un Paese in trasformazione. Se sono molte le inchieste del commissario a essere dei veri capolavori della letteratura, Il cane giallo merita però un posto d’onore, soprattutto per la complessità dell’enigma che il commissario è chiamato a svelare. In una notte di novembre, qualcuno spara a bruciapelo a Monsieur Mostaguen, stimato negoziante di vini di Concarneau, ferendolo gravemente. È solo il primo di una catena di drammatici eventi che coinvolge ad uno ad uno i membri di un circolo di provincia. Tradotto in tutto il mondo e rappresentato innumerevoli volte al cinema e sul piccolo schermo, il commissario Maigret è oggi il simbolo del poliziesco francese.
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