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Galassia - La Tribuna - Scritta Galassia nel riquadro colorato

 
 
Codice:2982      
 
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N. Volume:   167
Titolo:   Stella innamorata
Autore:   Frank HERBERT
   Traduzione: Gian Paolo COSSATO e Sandro SANDRELLI
   Copertina: Antonio ATZA
 
Data Pubbl.:   1 Giugno 1972 ISBN:    non presente
Titolo e/o Data Orig.:   Whipping Star, 1970
Note:  
 
Genere:   Libri->Fantascienza
 
Categoria:   FANTASTICO Rilegatura:   Brossura
Tipologia:   Principali Dimensioni:   124 x 184
Contenuto:   Romanzo  N. pagine:   176
 
 
  Ultima modifica scheda: zecca_2000 28/01/2019-21:13:41
 
   
 

 
 
Tra le innumerevoli cosmogonie di cui siamo debitori alla science-fiction questa, immaginata da Frank Herbert, è certo la più singolare. Ma nello stesso tempo è singolarmente persuasiva, perché, ovviamente pur nella sua apparente stravaganza, soddisfa le nostre esigenze estetiche e logiche. Non che essa appaia chiaramente fin dalle prime pagine del libro, poiché la verità è avvolta, con eccezionale maestria, in una sorta di caligine ragionativa, il cui difficoltoso chiarimento, tra speranze, insuccessi e disperazioni, si estende per tutto il romanzo. Il quale romanzo è realizzato non solo con un invidiabile 'quid' fantascientifico - una sorta di cavalcata tra universi che s'intersecano, la cui localizzazione spazio-temporale sembra permearsi di assurdità, e invece ubbidisce a una logica stringente - ma è strutturato con un'infernale abilità per cui, nonostante esso sembri esplodere o disgregarsi ad ogni pie' sospinto, prosegue implacabile, pagina dopo pagina, fino allo stupefacente scioglimento finale. Tutto questo è ottenuto da Herbert con una sorta di 'corsa da fermo': quasi tutto il romanzo si svolge al chiuso, in pochi metri cubi d'aria soffocante, nell'abitazione del Calebano, uno degli esseri più strani che la science-fiction ci abbia mai presentato. Eppure, qui si spalancano ad ogni istante, o quasi, delle finestre che scaraventano i nostri eroi nei punti più lontani dell'universo, a significare la sostanziale coincidenza, su un piano superiore e molteplice di esistenza, tra un singolo punto e l'infinito. In una galassia nella quale esseri raziocinanti dai più diversi aspetti si sono riuniti in una 'confederazione dei sensitivi', e i Calebani rappresentano l'estraneità assoluta, l'incomprensione totale, il linguaggio vago ed irritante che un individuo logico può essere costretto a tenere, secondo i casi, con un insetto, un albero o una nube di gas pulsante, I lunghissimi, fumosi, eppure essenziali colloqui tra il Calebano Fanny Mae e il 'sabotatore straordinario' McKie, occupano da soli una buona metà del romanzo: la loro inevitabile eppure essenziale imprecisione non solo fanno disperare McKie, nel romanzo, ma anche il lettore, il quale ne ricava peraltro un ulteriore motivo d'interesse e di accanimento (per non parlare di chi ha tradotto queste pagine, sempre più impigliato, una riga dopo l'altra, in un linguaggio etereo e del tutto estraneo all'esperienza terrestre...). In questa cornice, naturalmente, una trama: una congiura che minaccia l'esistenza dell'intero universo e di chi vi abita, e la tenace lotta contro il tempo di un gruppo di individui per evitare la catastrofe. Un pizzico abbondante di 'thrilling', naturalmente, ma anche una galleria di personaggi a tutto tondo. Si è detto e scritto che la fantascienza, ultimamente, è ritornata sulla Terra, e all'uomo ed ai suoi problemi più attuali. Herbert, descrivendo una sorta di super-umanità, la 'confederazione dei sensitivi', sostanzialmente rappresenta un modello di pacificazione e collaborazione non soltanto tra uomini di pelle diversa, ma anche tra esseri di mondi diversi, il cui aspetto non potrebbe essere, reciprocamente, più alieno: uomini, cioé, e Pan Spechi (strani gruppi di cinque individui dagli occhi di diamante, di cui uno solo è cosciente e gli altri vivono una esistenza fetale in apposite culle), e Wreave (lunghi, muscolosi vermi, dall'atteggiamento professorale, i cui arti prensili escono dalla bocca), e Laclac (esseri tentacolari), e Palenki (grosse tartarughe con cento gambe, un braccio e numerosi occhi). Un esempio di fraternità cosmica - fatta eccezione, magari, per i Palenki, ancora non del tutto assimilati, ma in via di esserlo - per chi sappia coglierlo ed apprezzano.