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Omnibus Gialli - Mondadori - Omnibus gialli prima serie (con sc)

 
 
Codice:29610      
 
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N. Volume:   4
Titolo:   L'ispettore Maigret - Volume secondo
Autore:   Georges SIMENON
   Traduzione: Autori VARI
   Copertina: Ferenc PINTÉR
 
Data Pubbl.:   Ottobre 1961 ISBN:    non presente
Titolo e/o Data Orig.:  
Note:   Contiene 12 romanzi, edizione anche in cofanetto con il primo volume
 
Genere:   Libri->Gialli
 
Categoria:   NON FANTASTICO Rilegatura:   Cartonato con sovracoperta
Tipologia:   Principali Dimensioni:   140 x 210
Contenuto:   Antologia  N. pagine:   1384
 
 
  Ultima modifica scheda: Fantobelix 16/11/2015-20:14:47
 
   
 

 
 
Il mio anico Maigret
Porquerolles, piccola isola nei Mediterraneo. Un pugno di case, due caffè, pochi abitanti, una vita sonnolenta che solo il mistral a tratti risveglia per inasprirla. Quasi uno scoglio, dove si è arenato un gruppo di persone. Pittori falliti alla ricerca di una libertà totale dalle convenzioni sociali; nobili diseredati in volontario esilio; ricche signore che bruciano nel caldo clima provenzale gli ultimi anni di una vita in declino; delinquenti di mezza tacca; individui di dubbia professione. E' stato ucciso Marcellino Pacaud, la cui donna, in altri tempi, Maigret ha aiutato a uscire dalla palude della malavita parigina. Un solo indizio: il nome di Maigret stesso che la vittima, poco prima di morire, aveva vantato come suo amico. Di qui prende avvio l'inchiesta, impegnativa, e, per un verso, imbarazzante. Mister Pyke, ispettore di Scotland Yard, lo segue dappresso come un'ombra. Deve studiare il metodo d'indagine di Maigret. Ma, si sa, il commissario non ha metodo, e non può inventarne per l'occasione. Si affiderà, come sempre, all'intuito e alla sua conoscenza degli uomini. Tanto peggio se la sua reputazione presso gli scientifici colleghi d'oltre Manica ne sarà sminuita. In fondo, egli si riserva inconsciamente quel margine d'errore che lo rende piú umano. E questo Mr. Pyke capirà, rivelandosi buon compagno, attento e discreto nel porgere il suo aiuto a Maigret, cui lo unisce un tratto comune: cercare la verità negli uomini, piú che nelle cose.

La prima inchiesta di Maigret
1913: sullo sfondo fastoso di una visita reale alla Ville Lumière Simenon ci presenta un Maigret inedito, giovane poco piú che ventenne, agli inizi della carriera. È sposato da cinque mesi, ma la moglie già rivela la tranquilla devozione e la dolce saggezza di cui gli darà prova per tutta la vita. Quanto a lui è già abbastanza massiccio e abbastanza testardo, ma Ancora "troppo idealista"  come osserva un suo superiore; prende il caso di petto, vuole capire, giungere alla verità, una Verità con la V maiuscola. Non ha ancora raggiunto quella matura saggezza che lo porterà a voler solo conoscere, senza necessariamente giudicare, le umane debolezze. Il Maigret giovane è battagliero, vuole e crede di poter modificare il destino altrui e tiene il broncio come un ragazzino allorché, dopo aver scoperto un insospettato delitto e l'autore di esso, vede l'opera della giustizia frustrata dalla potenza finanziaria e politica delle persone che sarebbero coinvolte nello scandalo se la faccenda diventasse di dominio pubblico. A temperare un poco l'amarezza di Maigret giungerà una promozione: il passaggio da un commissariato di zona al Quai des Orfèvres.

Maigret e il porto delle nebbie
Per Maigret non era una novità che gente sconosciuta penetrasse nella sua vita come un colpo di vento, imponendo la sua presenza durante giorni, settimane o mesi, per essere poi di nuovo inghiottita dalla folla anonima. Ma questo caso gli procurò piú grattacapi di tanti altri e gli fu difficile dimenticare "I` uomo", così soprannominato perché non aveva neppure un nome e si limitava a rispondere con un sorriso vacuo alle varie domande che gli venivano rivolte. E il commissario non dimenticherà, in seguito, nemmeno Ouistreham, un piccolo, nebbioso porto sull'Atlantico che vive, da ottobre a maggio, lunghi giorni sonnolenti, notti squallide sferzate dalla pioggia e dal vento. Un dramma ovattato, per cosí dire, dalla bruma del Nord e dove le esplosioni di violenza sembravano incongrue, razzi improvvisi che squarciavano una notte di nebbia. Era difficile orientarsi su quella distesa che ribolliva sordamente, ma Maigret, oltre alla tenacia di un mastino, ha la fantasia, la capacità di scendere nel cuore dei suoi "clienti", e fra un vino bianco e una pipata saprà giungere alla soluzione del caso.

Maigret si diverte
Sembra quasi incredibile ma anche il commissario Maigret una volta tanto va in vacanza. Date le ultime istruzioni, preparata la valigia, prenotato l'albergo, tutto è pronto per l'agognato riposo. Ma il vociare della folla che gremisce la stazione e l'idea di una località climatica superaffollata con la prospettiva di una villeggiatura assurda, come spesso sono assurde le "vacanze" ai giorni nostri, inducono il grande Maigret a cambiare repentinamente idea. Trascorrerà invece le vacanze nel suo appartamentino, accanto alla signora Maigret, mentre i colleghi del Quai des Orfèvres lo crederanno lontano... e non verranno certo a importunarlo. Ma i giornali, la misteriosa morte della giovane moglie di un noto medico della cosiddetta alta società, l'amicizia per l'ispettore Janvier incaricato dell'indagine in sua assenza, fanno si  che queste sospirate vacanze siano dedicate all'inchiesta. Sarà tuttavia, in un certo senso, un'inchiesta "clandestina", per aiutare Janvier a dipanare una complicata matassa e a cogliere il primo successo di una lunga carriera.

Uno scacco di Maigret
Nei momenti di malumore è doppiamente duro per Maigret affrontare alcuni problemi ingarbugliati. E passi per Mrs. Muriel Britt, la turista inglese che inopinatamente sparisce dalla circolazione, ma Fumai, il re dei macellai, l'uomo grossolano e senza scrupoli che tuttavia ha paura della propria ombra e diffida di tutti, finisce i suoi giorni impallinato: praticamente sotto gli occhi dell'esterrefatto commissario. Nel frattempo, un personaggio assai importante e in vista trova il modo di rammaricarsi col direttore della Polizia Giudiziaria, e queste  "autorevoli", ma forse non del tutto sincere lagnanze, promettono nuovi guai per Maigret. Al commissario, non resta che scovare al più presto l'assassino di Fumai. La perspicacia e l'intuizione, nonché i numerosi nemici del famigerato macellaio, gioveranno a Maigret in questo non facile e complicato caso.

Maigret e la chiromante
Questo romanzo narra di una di quelle inchieste, a prima vista senza importanza, che si rivelano poi fra le piú complesse e difficili. Maigret si imbatte in uno strano ometto magro e smorto che lo avverte di aver trovato in un bar un messaggio allucinante del seguente tenore: "Domani alle cinque del pomeriggio ucciderò la chiromante. Firmato Picpus". D'accordo... Ma le chiromanti a Parigi sono centinaia e nemmeno Maigret è in grado di prevenire un delitto. Un'alternativa però rimane e il commissario, messo ormai sull'avviso, si muove fra indizi malcerti, con una traccia debolissima. Conosciamo l'abilità di detective e la tenacia di Maigret: architetta un piano e, a gradi, notizia dopo notizia, dato su dato, ricostruisce l'oscura vicenda, i motivi palesi e occulti che hanno condotto a una tragica conclusione. Ma, anche in questa tappa della lotta contro la piú sordida zona della malavita parigina, potrà assicurare alla giustizia i colpevoli?

Maigret e la ragazza di provincia
Anche i giudici istruttori occasionalmente chiedono dei favori a Maigret. E come dir di no al giudice Bréjon, quando questi gli prospetta l'indagine di un caso che a prima vista non presenta lati oscuri ma che, è evidente, ha qualcosa di molto solleticante? Il commissario, dunque, parte per Saint-Aubin, un piccolo paese della Vandée. Si deve indagare sulla morte di Albert, un giovane di vent'anni, trovato un mattino sulla massicciata della ferrovia, stritolato dal treno. Maigret questa volta si trova terribilmente a disagio in quanto, oltre a non avere un mandato ufficiale, è attorniato da un muro di ostinato silenzio. Cosa c'è dietro lo strano comportamento degli abitanti del luogo? Omertà forse? Purtuttavia, egli prosegue nelle sue indagini e non potrà fare a meno di scoprire una spiacevole situazione riguardante la famiglia di Etienne Naud, grosso commerciante del paese. Il commissario Maigret si dimostrerà ancora una volta poliziotto-gentiluomo: egli "consiglierà" un utile espatrio.

Maigret al Liberty bar
Cannes, Antibes, Juan-les-Pins, la Costa Azzurra: in un tripudio di sole e di gioia, Maigret deve scoprire l'autore di un assassinio quanto meno strano, perché induce il commissario a ricercare dati e informazioni confidenziali su alcuni pezzi grossi del  commercio di lane australiane. Fra l'altro la vittima è un ex agente del controspionaggio francese e le istruzioni per Maigret sono di agire con la massima discrezione e "soprattutto evitare scandali". Ma non solo nell'ambiente dei grandi alberghi e dell'alta società il commissario va alla ricerca dell'assassino di Mr. Brown, bensì nei sordidi vicoli del porto di Cannes, nei piccoli bistrò dove i marinai degli yacht fanno spesso lunghe piacevoli soste... In uno di questi, il "Liberty Bar"  Maigret vive un'esperienza straordinaria, fuori del normale anche per un uomo della sua tempra. E comincia a capire chi era in realtà William Brown, che genere di vita,... o meglio di doppia vita, conduceva, che cosa lo aveva spinto a trascurare gli ozi dorati di quella "café society" che ha sulla Costa Azzurra uno dei suoi ritrovi preferiti, per trascorrere giornate intere nel buio retrobottega del "Liberty Bar". Ma Maigret deve condurre tutta l'indagine con discrezione, in punta di piedi; le disposizioni di Parigi in proposito sono state precise e verranno rispettate.

L'amica della signora Maigret
Prese un autobus al volo, e quando arrivò davanti alla porta di casa si stupì di non sentire i soliti rumori in cucina né odore di cibo. Entrò, passò per la sala da pranzo dove la tavola non era ancora apparecchiata, e alla fine trovò la signora Maigret che, in sottoveste, si stava togliendo le calze. La situazione era così insolita che non disse neanche una parola, e lei, vedendo i suoi occhi sgranati, scoppiò a ridere. "Seccato, Maigret?".
Nel suo tono c'era un buonumore quasi aggressivo che non le conosceva. Sul letto giacevano il suo vestito più elegante e il cappello delle grandi occasioni. "Dovrai accontentarti di una cena fredda. Sono stata talmente occupata che non ho trovato il tempo di preparare niente. D'altra parte tu non torni quasi mai a mangiare in questi giorni!".

Maigret e la casa delle tre vedove
Ci sono alcune situazioni psicologiche che Maigret non gradisce affatto. Si può asserire del resto ch'egli è un timido; certo gli ripugna ogni atteggiamento enfatico, teatrale e si sente a disagio anche quando intrattiene rapporti con stranieri di un determinato ceto sociale, gente fredda, misurata, elegante. A un crocicchio c'è la casa delle Tre Vedove le cui mura pare racchiudano un pesante mistero. La tenebrosa casa è abitata adesso da due singolari personaggi : due fratelli di origine danese. L'uno, distintissimo e geli 0, l'altra, raffinata, sensuale e spregiudicata, che addirittura turba non poco il controllatissimo Maigret. Non gli è però difficile riacquistare il suo sangue freddo, osservare uomini e cose in prospettiva, ed ecco che la verità gli si spalanca davanti agli occhi, aiutato nel frattempo da alcuni grossolani errori della bella e affascinante danese. Ma questa donna, perno di tutta la vicenda è davvero danese? Senza dubbio l'emozionante storia ci riserverà molte sorprese...

La trappola di Maigret
Uccidere cinque donne nelle condizioni in cui i cinque assassini sono stati commessi, senza ragioni apparenti, e poi lacerare i loro abiti, non rientra nel comportamento dell'uomo normale, quale noi l'immaginiamo. Umor nero quindi al Quai des Orfèvres. Maigret e i suoi collaboratori sono accigliati, nervosi, piú pronti del solito a lasciarsi sfuggire qualche imprecazione. In sei mesi la Polizia Giudiziaria non è riuscita a catturare il "pazzo" che ha ucciso cinque poverette che non avevano nulla in comune se non una mediocrità assoluta e disarmante e la mancanza di qualsiasi caratteristica che possa gettar luce sul movente dell'assassino. Ma alla fine il commissario Maigret, forse memore delle sue origini, decide di ricorrere al metodo seguito dai contadini per combattere i ladruncoli di polli, e prepara una trappola ingegnosa che dovrebbe liberare la città da un incubo e riportare il buon umore al Quai des Orfèvres. Vedremo scattare in tempo la trappola?

Le due pipe di Maigret
Un passante accoltellato in un vicoletto buio. Un esordio banale che in una delle solite  giornate piovose di Parigi  non promette particolari sorprese. Maigret  però incuriosito da alcuni  insoliti particolari (e un paio di  audaci scarpe gialle calzate dal morto gli ricordano   un desiderio irrealizzato di stravaganza  di diversi anni prima)  decide di vederci chiaro. Ed allora incomincia a scavare nella  doppia vita di Louise  Thouret : un magazziniere  che ogni mattina alla stessa ora  si reca ad un lavoro che da tempo ha perso ed ogni sera con analoga puntualità  rientra nella sua casetta di  periferia; nel mezzo non si sa bene come si procuri di che vivere e come passi il tempo.  
L'inchiesta  come d'altra parte sempre, nei romanzi di Simenon , è duplice : scoprire il responsabile dell'omicidio ma soprattutto  ricostruire e  comprendere  il segreto di una esistenza, di un uomo mite e benvoluto da tutti che è riuscito ad appagare anche se con metodi discutibili e per poco tempo un suo legittimo desiderio di libertà e  felicità.
D'altra parte  il cinismo, la meschinità, il freddo calcolo personale dei familiari di Thouret sembrano giustificare  ampiamente  le sue scelte. Fra le tante incontrate nei romanzi del ciclo questo contiene una rappresentazione  della famiglia borghese quanto mai  desolante.
Alla fine Maigret riannoderà  tutti i fili di quell'esistenza;il suo compito è finito :la verità e dignità di una persona non sono del tutto perse.  Certo l'altra inchiesta va avanti ancora un po':  si scopre il vero assassino e si riesce ad acciuffarlo. Ma a questo punto nè l'ispettore,nè l'autore, nè il lettore hanno più un reale interesse :l'unico mistero degno di essere svelato lo è già stato.