Non c'è più scampo Un accampamento in mesopotamia, una spedizione di archeologi alquanto eterogenea...ed una donna bellissima ma paranoica che viene uccisa ...anche in questo romanzo la Christie ci porta in un ambiente esotico, con i colori ed i sapori tipici di quei luoghi assolati e sperduti... Tutto per la gioia del nostro caro Poirot, che anche stavolta si trova a dover non solo affrontare la ricerca di un insospettabile assassino, ma a dover pure combattere con il caldo e lo spiacevole inevitabile sudore, la sabbia che si infila dappertutto e le mosche... Fin da subito dopo l'omicidio si capisce che gli indiziati sono da ricercare all'interno del gruppo... Chi ha ucciso la bella signora Leidner? Il devoto marito? La segretaria del marito stesso? La giovane infermiera assunta perchè tutti credevano che le minacce ricevute dalla signora fossero solo frutto di paranoie? E poi c'è la storia del primo marito di louise, morto poco dopo le nozze, scampato ad una fucilazione per tradimento ma in apparenza morto in un incidente ferroviario...ma se lui è morto...chi continua a minacciare con lettere anonime la bella donna ogni volta che è alle soglie di un matrimonio? e come può essere stata uccisa dato che il cadavere si trovava in una stanza chiusa dove nessuno poteva entrare senza essere visto dagli altri
Due mesi dopo La signorina Emily Arundell morì il primo maggio. Benché la malattia fosse stata brevissíma, la sua morte non sorprese la gente della piccola città di Market Basing dove lei viveva sin da quando aveva sedici anni. Infatti, Emily Arundell aveva oltrepassato la settantina - ultima,sopravvíssuta di una famiglia di cinque persone - e da parecchi anni era di salute cagionevole. Ma se la sua morte non sorprese nessuno, ci fu un'altra cosa che stupì tutti: il suo testamento, le cui clausole suscitarono le più varie emozioni: meraviglia, riprovazione, furia, rabbia, disperazione... E due mesi dopo.
Poirot sul Nilo Questo romanzo, scritto nel 1937, appartiene alla cosiddetta trilogia esotica della Christie: " Non c'è più scampo", "Poirot sul Nilo" e "La domatrice"; a quella serie di romanzi, cioè, cui fanno da sfondo i luoghi che la celebre scrittrice visitava col marito archeologo. Su un battello che naviga il Nilo sono riuniti diversi personaggi,ciascuno con la propria storia, il proprio segreto da custodire,ciascuno con una facciata di rispettabilità e perbenismo da mostrare in società. Su questo battello, c'è anche Poirot, turista in vacanza. Poi si verificano eventi terribili. E la vacanza di Poirot si trasforma in una guerra sottile e spietata, sul filo della logica e del ragionamento, in una disperata caccia ad un assassino, tanto astuto e diabolico che si teme possa dare scacco matto al celebre belga. Ma Poirot non perde mai. E alla fine riuscirà, impecca bilmente, a ricostruire la trama di questa storia d'amore e di morte, una storia umana, disperata e tragica.
La domatrice «Oltre a un uomo piuttosto alto e dinoccolato, sui trent'anni, c'erano due giovani: un ragazzo e una ragazza. Lui era bellissimo, un profilo quasi greco. Lei era evidentemente sua sorella, e doveva trovarsi in uno stato anormale di eccitazione. C'era poi un'altra ragazza ancora più giovane, con i capelli d'oro rosso: sembrava incapace di stare ferma con le mani. Accanto a lei, un'altra donna, giovane, calma, dai capelli scuri, dal volto placido e di un caldo pallore: una madonna del Luini. Al centro del gruppo, lei, la domatrice. Una donna vecchia, flaccida, che sedeva immobile e greve in mezzo ai suoi giovani compagni come un Budda repellente, o un colossale ragno al centro della sua tela.» La famiglia Boynton al completo. Una ricca famiglia americana che si porta per il mondo il seme della tragedia. Un seme pronto a germogliare, e che troverà il suo fertile terreno nientemeno che fra le rocce dell'antichissima città di Petra. Naturalmente spetterà a Hercule Poirot, in viaggio da Gerusalemme ad Amman, estirpare la pianta del delitto, nata da quel seme, riportando la pace in famiglia e allontanando le ombre oscure che erano cadute su quelle rovine incredibili, bellissime e misteriose.
La parola alla difesa « Eleanor Katherine Carlisle! Secondo l'accusa, siete imputata di assassinio nella persona di Mary Gerrard; delitto che fu compiuto il 27 dello scorso mese di luglio. Vi dichiarate. colpevole o innocente? » La giovane e bella Eleanor Carlisle è in piedi sul banco degli imputati. Davanti a lei un'aula affollata: volti anonimi, occhi curiosi che l'osservano e la gente si chiede: « Chi ha ucciso Mary Gerrard? ». Quanti volti... ma fra tanti ce n'è uno dai grandi baffi neri e dallo sguardo astuto. È quello di Hercule Poirot. Con la testa leggermente chinata di lato, l'investigatore privato osserva pensoso la donna che forse è un'assassina e forse no. Chi ha ucciso in realtà Mary Gerrard? «C'est difficile», mormora Hercule Poirot.Effettivamente il caso si presenta difficile, uno dei più complicati della sua carriera, ma anche dei più stimolanti. La grande Agatha Christie ha riversato, infatti, tutto il suo talento nel narrare questa cupa e affascinante storia di veleni.
Il Natale di Poirot Simeon Lee, un odioso, vecchio patriarca, convoca tutti i suoi figli e parenti per le feste di Natale. La speranza di un'eredità miliardaria è l'esca che costringe i Lee a piegarsi alle sue vessazioni, ma quando Simeon li minaccia di cambiare per l'ennesima volta il testamento, qualcuno non stà allo scherzo e lo sgozza in una camera chiusa dall'interno, un delitto perfetto proprio sotto il naso del sovrintendente della polizia locale. Solo Hercule Poirot potrà districarsi tra figli veri e presunti, diamanti rubati e natalizie malvagità per smascherare sotto l'albero un astuto omicida.
Poirot e i quattro Questo racconto della Signora del Giallo, Poirot e i 4 è forse il più amato dall'autrice stessa. Potremmo definirlo un "incidente di percorso", un capriccio di Agatha che ha voluto sperimentare qualcosa che va al di là del comune giallo. E diciamo che in un certo senso è riuscita nel suo intento: il racconto infatti presenta spiccate caratteristiche comuni ai thriller moderni, eroga quella tensione e voglia di "divorare le pagine" per sapere come finisce la vicenda finora non incontrata in questa misura nelle altre opere della scrittrice inglese.
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