Nella sua antologia A century of science-fiction, Damon Knight parla di un racconto, The Worlds of the Imperium, apparso su Fantastic nel febbraio 1961: e spiega che l'autore, il giovane ufficiale d'aviazione Keith Laumer, ha creato in esso una nuova idea dei viaggi nel tempo: « la prima » afferma Knight « in oltre vent'anni. L'idea è questa: gli eventi possono venire ordinati, possono avere una sequenza logica, attraverso gli universi paralleli. Pensate al tempo come a una serie interminabile di strisce di pellicola disposte fianco a fianco, e ogni striscia è quasi identica a quelle contigue. Ora, se prendete avvio da una striscia, e passate ad angoli retti attraverso la serie, e poi ricombinate tutto secondo una sequenza nuova... » Il brano del racconto che Knight riporta nella sua giustamente famosa antologia è, in pratica, la chiave di volta del romanzo che Galassia vi presenta questo mese e che ha lo stesso titolo: modificato rispetto alla prima stesura del racconto, il romanzo, più che di un vero e proprio spostamento nei tempo tratta di spostamenti attraverso gli universi paralleli, un tema classico della science-fiction, però mai affrontato con il .rigore logico con cui lo affronta il giovane Laumer. La trovata che tanto ha colpito un esperto serio e preparato come Knight è di importanza vitale, naturalmente, ma non è il solo pregio del romanzo, intessuto di particolari gustosi e di colpi di scena. E' la storia d'un diplomatico americano della nostra Terra, che viene rapito dagli emissari d'un mondo parallelo e convinto a recarsi in missione su una terza Terra allo scopo di uccidere un pericoloso dittatore... che è lui stesso, o più esattamente il suo doppio. L'Impero, con il suo gusto per le uniformi sgargianti e la vita brillante tipo belle èpoque, la sua straordinaria tecnologia per quanto riguarda gli spostamenti negli universi paralleli e la sua altrettanto straordinaria ignoranza delle scienze nucleari; la desolata terra di I-D 2 appena uscita, per contro, da una guerra atomica e in preda al tradimento e alla corruzione, alcuni personaggi inediti nel mondo della science-fiction, come Brion Bayard secondo, il misterioso dittatore, o quell'Herman Goering che, nell'Impero, pur avendo il fisico del suo doppio reale, il gerarca nazista, è un leale e accanito difensore della democrazia, o lo stolido e cocciuto Gaston, sono gli elementi d'un romanzo tra i più curiosi di questi ultimi anni. Laumer non si è messo in caccia di una problematica sociologica o filosofica: ha badato soprattutto a creare un romanzo movimentato e interessante, nella tradizione (pur con tutte le sue innovazioni) dei classici avventurosi della science-fiction, curandosi soprattutto di divertire il lettore. Una preoccupazione lodevole, presente in tutta l'opera di questo giovane scrittore che si è fatto luce, in questi ultimi anni, nelle primissime file della science-fiction americana e mondiale. Completa il volume Tiro al piccione, una bruciante satira fantapolitica che Ugo Malaguti e Luigi Cozzi hanno ideato ispirandosi molto liberamente al più orribile dei delitti politici di questi ultimi anni, l'assassinio di Kennedy. Il mese prossimo, Walter Ernsting, il più noto degli autori tedeschi, insignito tre volte d'uno speciale Premio Hugo istituito per la Germania dallo stesso Hugo Gernsback, presenterà il suo romanzo L'erede di Hiroshima, una versione nuova e inquietante del pericolo che le radiazioni atomiche possono costituire per l'umanità. Il romanzo è apparso nella edizione tedesca sotto 1o pseudonimo di Clark Dalton, con il quale Ernsting ha firmato la sua vasta e notissima produzione: ma nell'edizione italiana apparirà sotto la sua paternità autentica. L. P. R.
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