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Codice:2613      
 
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Media: 7.88
 
N. Volume:   111
Titolo:   I reietti dell'altro pianeta
Autore:   Ursula LE GUIN (ps. di Ursula Kroeber LE GUIN)
   Traduzione: Riccardo VALLA
   Copertina: Alan GUTIERREZ
 
Data Pubbl.:   Luglio 1990 ISBN:    non presente
Titolo e/o Data Orig.:   The Dispossessed. An Ambigous Utopia, 1974
Note:   Premio Hugo 1975
 
Genere:   Libri->Fantascienza
 
Categoria:   FANTASTICO Rilegatura:   Brossura con sovraccoperta
Tipologia:   Principali Dimensioni:   125 x 195
Contenuto:   Romanzo  N. pagine:   352
 
 
  Ultima modifica scheda: bibliotecario 20/09/2018-18:36:47
 
   
 

 
 
PREMIO HUGO 1975 PREMIO NEBULA 1975
per il miglior romanzo di fantascienza dell'anno
Due pianeti gemelli, Urras e Anarres, sono uno la luna dell'altro. Ma Urras, quasi desertico, non aveva mai favorito gli insediamenti umani, fino a quando non vi migrarono in massa i seguaci di Odo, che erano in contrasto insanabile con la società del benessere che prosperava (e continua a prosperare) su Anarres. Da allora gli Odoniani hanno creato una società di sopravvivenza, consona tuttavia ai loro ideali: una «fratellanza» da cui sono esclusi i sentimenti stessi di proprietà, di governo e di autorità. I contatti fra i due pianeti sono esigui, benché non interrotti, ma un muro chiude il porto franco in cui scendono le navi spaziali anarresiane, e salvaguarda come un cordone sanitario gli «anarchici», i nullatenenti di Urras, dalle idee (non meno che dai microbi) di Anarres. In questo libro emergono le doti narrative e immaginative di Ursula Le Guin attraverso una descrizione fitta di particolari affascinanti, che ci da il ritratto di due opposti modi del vivere civile: da una parte la profonda analisi di una società opulenta, dall'altra la sottile rete di «precetti e di «rituali» in cui ricade anche una società fondamentalmente anarchica. L'elemento che mette a fuoco le due opposte situazioni è l'esperienza di Shevek, il genio matematico che, con un apparente tradimento, accetta un invito a lavorare sul pianeta dei «ricchi» e dei «proprietari», spinto dal proprio desiderio di abbattere le barriere dell'odio e della diffidenza, simboleggiate dal muro che chiude il porto di Anarres. Le prospettive che vengono mostrate in questo romanzo, l'essenziale senso della Storia come «lavoro da fare» tra rischi e incertezze, sono rivelatrici: I reietti dell'altro pianeta rida vita alla tradizione utopistica a favore della nostra ambigua epoca di speranza e di terrore, e porta magistralmente la fantascienza all'altezza della grande letteratura umanistica.