Un geniale tecnologo, l'ingegnere Robur, parecchi anni prima del 1900 costruiva una "macchina volante" di tipo nuovissimo, fondandosi in parte sui principi ai quali dobbiamo i moderni elicotteri. E per dimostrare la superiorità del suo "Albatros" sui palloni areostatici già in uso o in progetto, compiva imprese da fuorilegge, disposto alle maggiori prepotenze e incurante delle libertà altrui. Le componenti aggressive e megalomani, o frenetiche, della genialità messa in atto da Robur - quali ci vennero già scritte nel romanzo Robur il Conquistatore - si espandono dentro alla vicenda narrata in Padrone del mondo. Robur pensa di aver conquistato un potere universale, grazie all'ultrarapido e polivalente veicolo da lui costruito: l'"Epouvante". Ma i fatti gli daranno un aspra smentita. In questo romanzo, uscito nel 1904, Robur precorre certi smaniosi "titani" del medio 900, dilagati specialmente in campo politico.
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