"Tra le scemenze monosillabiche dei fumetti e le anemiche sottigliezze dei letterati esiste una vasta zona intermedia in cui la narrativa poliziesca può costituire (o non costituire) un grosso fatto": così Raymond Chandler, il creatore del celeberrimo detective privato Philip Marlowe e autore di "gialli" che si affiancano, sugli scaffali dei lettori esigenti, ai migliori romanzi americani. Lew Archer, l'investigatore uscito dalla fantasia di Ross Macdonald, è il legittimo erede dell'eroe chandleriano. Anche Archer, come Marlowe, lavora in California, per lo più in quel tratto di costa del Pacifico che va da San Francisco al confine messicano. Il suo ufficio, "piccolo e modesto", è in Sunset Boulevard, quel Viale del Tramonto reso celebre da Gloria Swanson e dal regista Billy Wilder. La sua tariffa, "cinquanta dollari al giorno più le spese" negli anni intorno al 1950, oggi dovrebbe, con l'aumento del costo della vita, essere più o meno raddoppiata. Archer vive, già da una trentina d'anni, "curiosando in piccoli alberghi, sciogliendo nodi matrimoniali, ricattando ricattatori: un lavoro sporco, e anche molto pericoloso". Fa, a volte, la guardia del corpo; ma è un'attività che non gli garba. È lui stesso a precisarlo (tutte quelle tra virgolette sono parole sue), asserendo che gli piace poco "vivere incollato a un imbecille qualunque". Ma che uomo è, Lew Archer? Un uomo permaloso, di scarsa cultura (non ha mai sentito parlare di Dylan Thomas), che nel 1958 aveva quarantanni, "una pelle da rinoceronte" e "un cuore di ferro". Si autodefinisce "un sacerdote senza la tonaca"; ma è uno strano sacerdote che in caso di bisogno non esita a impugnare la pistola o a prendere qualcuno a pugni in faccia. Il suo matrimonio è finito male. Nel 1949, l'anno della sua prima avventura, sua moglie ha chiesto il divorzio "per estrema crudeltà mentale". Da allora Lew Archer ha risolto diciassette casi. Il diciottesimo, quello dell'"uomo sotterraneo", comincia in sordina, come quasi tutti i precedenti: con un investigatore già anziano (la sua barba di ventiquattr'ore è "bianca e grigia" e ha "riflessi micacei") che una bella mattina di settembre si alza dal letto nel suo appartamento di West Los Angeles ed esce nel cortile per dare le noccioline alle ghiandaie. Qualcuno, ben presto, si unisce a lui in questa gentile operazione: un bimbetto di cinque o sei anni. E intorno alla scomparsa di questo bambino, e al suo presunto rapimento, sotto l'incubo di un furioso incendio che devasta i boschi e le ville di un'elegante zona residenziale, ruoterà tutta la vicenda. I cui nodi verranno sciolti con certosina pazienza da un Lew Archer sempre più alieno dalla violenza e sempre più abile nel tessere intorno a testimoni e colpevoli una fitta ragnatela di domande; da un uomo "sentimentale, cinico e incorruttibile" come Philip Marlowe, cui gli anni e l'esperienza hanno insegnato che gli enigmi più appassionanti restano quelli del cuore umano, per risolvere i quali è meno utile la pistola dell'amore o del divano dello psicanalista.
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