Vivere in una stazione spaziale in un'epoca in cui la Terra è distrutta e inospitale, può essere un autentico privilegio. Navi luce partono da lì alla ricerca di nuovi mondi da abitare. Ma il futuro dell'umanità è nelle mani di Barnacie Bill, poco più di un idiota con il cuore tenero, che salverà il nostro futuro dagli oscuri appartenenti a una setta fondamentalista... Lucius Shepard si cimenta in una storia che ci parla di destini cosmici e di come la dolce sensibilità di un povero di spirito possa sottrarci a un terribile destino. Il connubio di Shepard con l'avventura spaziale potrà risultare insolito per quanti lo conoscano nella sua veste di scrittore umanista, abituato a muoversi tra suggestioni degne del migliore realismo magico sudamericano alla Garcia Marquez intrise di considerazioni sull'etica e sui destini della nostra società. Ma questo romanzo giocato su emozioni sottili e colpi di scena si ambienta in uno scenario degno della grande tradizione della fantascienza classica solo per completare l'orbita delle riflessioni di Shepard. Tra il consueto corredo di racconti che completano l'antologia, troviamo il ritorno di George R. R. Martin, autore che negli anni Settanta si è distinto per il tocco romantico che ha sempre contraddistinto le sue opere. E non si smentisce neppure questa volta. Ma la sorpresa più bella è il nostro primo racconto italiano. L'autore è Vittorio Curtoni, curatore di collane di fantascienza e direttore di riviste mitiche: Galassia (insieme a Gianni Montanari), Robot, Aliens e, udite udite, di una passata versione della Asimov. Scrittore, traduttore e critico, non ha bisogno di presentazioni. Ma anche se nessuno di voi lo conoscesse, rimarreste comunque colpiti dalla struggente poesia del suo racconto.
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