La lettera scarlatta, il libro che nel 1850 rese celebre il nome di Nathaniel Hawthorne, è un mirabile esempio di fusione perfettamente riuscita tra sviluppo tematico-narrativo, delineazione dei personaggi e procedimenti linguistico-stilistici. La giovane Ester Prynne, condannata per adulterio nella puritana Boston, sarà costretta a portare per sempre sul seno una fiammeggiante, scarlatta, lettera «A» (A come adulterio? Come Arte? Come America?), da lei stessa ricamata. Ester non ha mai voluto rivelare il nome del suo “complice” che infine, lacerato tra ansia di schiettezza e orgoglio, e perseguitato dal marito della giovane, cederà, confessando la sua colpa. Hawthorne fa di Ester un esemplare personaggio: mostrando, da un lato, una compartecipazione profonda, ma soffermandosi, dall’altro, in un pensoso e drammatico indugio di fronte alla sua “colpa”, pur condannando l’implacabilità puritana e la violenza moralistico-sociale di cui ella è vittima. A La lettera scarlatta segue in questo volume La sepoltura di Roger Malvin, uno dei racconti più rappresentativi di Hawthorne.
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