Scritto nel 1979, pubblicato in Italia per la priva volta nel 1985, questo libretto è quasi un capriccio, uno sfizio che il mago delle spy stories s'è voluto togliere: creare una storiellina apparentemente semplice semplice, a metà strada tra favola e trasposizione di Asimov per bambini. Piacevole e ben scritto, Il pianeta dei bruchi, come tutte le favole che si rispettino, ha una sua morale che sconfina nell'etica e nell'ecologica. La storia narra della fantastica avventura vissuta dai gemelli Price e dal molesto cuginetto Barile nel corso di una noiosa estate: inaspettato come un fulmine a ciel sereno piomba nella pensioncina di mamma Price lo zio Grigorian, sconosciuto fratello del defunto Signor Price, che prende i tre ragazzini con sè alcuni giorni per portarli alla sua fattoria in Galles. Qui si rivela ai tre come un extraterrestre in missione per conto del Governo Intergalattico: ha bisogno dei cuginetti per giudicare l'annosa questione della Guerra dei Bruchi, che da anni costituisce un vero grattacapo per la lega dei pianeti. Solo dei bimbi "primitivi", come gli umani che popolano la Terra, possono avere il candore e la totale mancanza di influenze per giudicare obiettivamente la questione. Simpatico, a tratti un po' banalotto, si legge comunque con piacere, senonchè ogni tanto venga il dubbio che le aspirazioni di Follett fossero un po' più elevate rispetto al risultato, come se avesse volutoscrivere un sua versione de Il Picclo Principe...
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