Giovancarlo Scarabozzo è uno studente di lettere del secondo anno, che si diletta a scrivere versi; è timido, affascinato dalle donne, ma impacciato. Giovancarlo rifiuta la corporeità: una volta visto il corpo di una donna, la femminilità, ai suoi occhi di poeta, perde di fascino. Non è così per Gurù che, apparsa "dal fondo dell'oscurità" con "due occhi neri, dilatati e selvaggi", lo ha rapito, mostrandogli, tra il suo stupore, i "lunari orrori" abitati da creature diafane e fantomatiche, le viscere della terra dove regnano le Madri, in un percorso iniziatico alla scoperta dell’amore e di sé.
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