A Trieste due piccoli delinquenti, Sarcany e Zirone, entrano casualmente in possesso di un cifrato che prova l'esistenza di una cospirazione per rendere indipendente l'Ungheria dall'Impero Austroungarico. Di essa fanno parte il conte Mathias Sandorf e i suoi due amici Ethienne Bathory e Ladislav Zathmar. Decidono allora di consegnare la prova al banchiere Silas Toronthal, che dopo averli aiutati a decifrare il biglietto denuncia la cospirazione alle autorità austriache che arrestano e processano i tre congiurati. Sandorf e i suoi due amici vengono imprigionati nella fortezza di Pisino, dove origliando una conversazione vengono a conoscenza dei nomi dei due delatori che hanno fatto fallire il loro piano. La loro disperazione si muta allora in desiderio di vendetta, e decidono di fuggire dalla fortezza per poter fare giustizia. Dei tre solo Etienne Bathory e Mathias Sandorf riescono ad abbandonare la fortezza buttandosi attraverso il torrente Foiba, che passava proprio al di sotto del luogo della loro prigionia. Dopo il lungo e difficile tragitto trasportati dalle violente acque sotterranee i due cospiratori pensano di aver trovato la salvezza nel paese di Rovigno, dove vengono aiutati da un disponibile pescatore di nome Andrea Ferrato, ma anche qui sono vittime di un nuovo tradimento da parte di uno spagnolo, Carpena, che li aveva visti uscire dal torrente. Egli aveva il duplice scopo di intascare la taglia che pendeva sulle loro teste e di causare una disgrazia al pescatore, con il quale era in pessimi rapporti. Scovati dalle guardie Mathias Sandorf ed Etienne Bathory tentano la fuga verso il mare, ma solo il primo di essi riesce a salvarsi, il secondo è arrestato dagli Austriaci e giustiziato. Per la giustizia Austroungarica la storia dei cospiratori di Trieste finisce qui: due di essi sono stati puniti con la morte, l'altro è affogato nel Mar Adriatico. Per quanto riguarda il pescatore di Rovigno è condannato ai lavori forzati, ma poco dopo incontra la morte nel campo di prigionia.
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