La storia prende il via il 4 maggio (giorno del compleanno di Alice Liddell). Alice, una bimba di sette anni, annoiata e istupidita dal caldo primaverile, vedendo un Coniglio Bianco col panciotto che borbotta fra sé 'E' tardi, e' tardi!' lo insegue nella sua tana. Così cade (letteralmente) in un onirico mondo sotterraneo fatto di paradossi, assurdita' e nonsense. Nel suo inseguimento del coniglio le accadono le piu' improbabili disavventure. Cresce fino a dimensioni assurde; incontra frotte di animali quasi affogati nelle sue stesse lacrime, rimane intrappolata nella casa di un coniglio; incontra bimbi che diventano maiali, gatti che ghignano e svaniscono, partecipa a te' senza fine, gioca a croquet con un mazzo di carte per poi trovarsi a testimoniare nel processo al Fante di Carte che aveva rubato delle torte che in effetti erano ancora lì… Nella seconda parte, Alice e' una bambina che se ne sta nel salotto di casa, in pieno inverno, mentre fuori nevica. E' rannicchiata in una grande poltrona insieme a due gattine quando, all' improvviso, guardando il grande specchio sopra il caminetto, le prende la curiosita' di vedere il mondo che si intravede attraverso esso. In questo mondo troverà una confusione di pedine vive, fiori viventi, paesaggi a forma di scacchiera, zanzare grandi come polli, cavallette a dondolo di legno, una libellula dentata fatta di pasta di torta, ali di foglie di agrifoglio e la testa di uva passa cotta, e poi gemelli isterici, filastrocche con parole senza senso su trichechi e falegnami, un uomo-uovo, regine che diventano pecore che lavorano a maglia, animali bizzarri con nomi ancora più strampalati, leoni assonnati, torte che prima si servono e poi si tagliano a fette, e ancora e ancora fino al culmine del parapiglia con candele cresciute come covoni terminanti fuochi d' artificio, bottiglie con piatti come ali e forchette come gambe, mestole che camminano e quant' altro. Tutto cio' esaspera la piccola Alice che si sveglia da questa fantasticheria per tornare nel suo caldo salotto con le gattine a chiedersi a chi mai appartenesse quello stranissimo ma pur affascinante sogno.
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