Nel tempo dei tempi la Sicilia viene invasa dagli orsi: scendono dalle più alte montagne, guidati dal loro re, a cui i cacciatori della pianura hanno rapito il figlio. Nella loro memorabile avventura gli orsi superano ostacoli terribili: l’esercito del perfido Granduca, i cinghiali da guerra molfettani, che l'astrologo di corte De Ambrosiis trasforma con un incantesimo in palloni aerostatici, e poi, in una gola dei monti Pelori, gli artigli agghiaccianti del Gatto Mammone. Alla fine la capitale viene espugnata e il figlio del re riconosciuto in un equilibrista del Gran Teatro Excelsior. La gioia del re e del suo popolo non dura però a lungo. Divenuti i signori dell’isola, gli orsi vedono a poco a poco la corruzione insinuarsi nel loro mondo: gozzoviglie, bische, congiure di palazzo e la rapina della Grande Banca Universale. E solo il ritorno, in lunghissima fila, alle vecchie montagne assicurerà loro la quiete della natura, segnando la fine della loro indimenticabile incursione tra gli uomini. Strana, originale fusione di invenzioni surreali e di ballate popolaresche, di scenari primordiali e di quinte moderne, di temi fiabeschi e di scorci amabilmente ironici, quest’opera di Buzzati, più citata che letta, riserva le sorprese di una fantasia felicemente bizzarra. La popolano figure emblematiche che appartengono a mondi tra di loro lontani e apparentemente inconciliabili. Eppure essa ha una straordinaria freschezza, una imprevedibile libertà di movimento e una suggestiva attualità. Pubblicato per la prima volta nel 1945 e illustrato con estroso, personalissimo gusto dall'autore, "La famosa invasione degli orsi in Sicilia" si avvia a diventare oggi un piccolo classico, come "I viaggi di Gulliver" o "Alice nel paese delle meraviglie", rivolto a un pubblico di tutte le età.
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