Questo romanzo è stato concepito su scala universale e svela al lettore un panorama immenso, nel quale pianeti stelle e galassie non sono che atomi di un gigantesco immane corpo pensante: la materia vivente in ogni sua forma, nota e ignota. Alcanda, il pianeta che muore più per la fatalità dell'eterna parabola alla quale sono soggetti uomini, civiltà e mondi, che chi in malafede fìnisce per per gli errori di chi la civiltà vi ha creato o di distruggerlo, è il trampolino di lancio dal quale l'autore sì serve per il gigantesco salto nell'infinito, là dove si presuppone che esistano esseri di incommensurabile estensione, come Yrk. Yrk, l'agglomerato di cellule, la Coesione pensante, l'Essere chiuso nella inviolata solitudine del proprio Universo-Isola e che si serve della sua stessa materia per creare un mezzo d'azione: un umanoide. Non sa Yrk che l'umanoide susciterà nella perfetta coesione del suo gigantesco corpo il seme della rivolta e porterà all'anarchia parte delle sue cellule. E quando cercherà di distruggerlo, di liberarsene come di un cancro scatenerà senza saperlo forze immani che obbediscono alle leggi universali. Sono le forze che andando da un minimo a un massimo di entropia creano e distruggono - per creare ancora e ancora distruggerli, al compirsi di ogni parabola - galassie e universi.
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