Questo libro fantastico, divertente e orripilante urtò profondamente, al suo apparire, i tutori ufficiali della morale, tanto che poi rimase letteratura clandestina per forse cent'anni e fu definito da Lord Byron: "La quintessenza delle idee di un depravato all'ultimo stadio". In verità si tratta di un capolavoro dove Lewis ha fissato una volte per tutte i principali simboli della letteratura macabra e ne ha chiarito il principale significato, che sta nel sostituire il terrore all'amore come tema principale della narrazione. Da un lato c'è la vittima, la fanciulla che fugge e che rappresenta la sradicata anima dell'artista, lo spirito dell'uomo che ha perso la sua patria morale; dall'altra c'è il suo persecutore, gli occhi ardenti di furore represso, la mente ossessionata da bestemmie indicibili (antenato di Ahab di Moby Dick, di Heathcliffe di Cime tempestose e di mille altri "divini nemici di Dio"), che viene proposto come un secondo simbolo dell'alienazione, gemello a quello della fanciulla inseguita, carceriere non meno solitario della sua prigioniera.
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