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Pagine di Narrativa - Pagine

 
 
Codice:139465      
 
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Titolo:   La quinta vittima. Un'indagine del commissario Morando
Autore:   Michele Lo FOCO
 
Data Pubbl.:   Gennaio 2005 ISBN:    8875571244
Titolo e/o Data Orig.:  
Note:  
 
Genere:   Libri->Gialli
 
Categoria:   NON FANTASTICO Rilegatura:   Brossura
Tipologia:   Principali Dimensioni:   170 x 240
Contenuto:   Romanzo  N. pagine:   136
 
 
  Ultima modifica scheda: Mr.Chicago 10/10/2017-22:24:58
 
   
 

 
 
Roma 2005… Un giallo canonico, con tutti i suoi stilemi: il delitto, la ricerca dell'assassino (e del movente), l'incertezza delle indagini, altre quattro vittime (e fanno cinque), e il variegato mondo di contorno fra banchieri, prostitute, onorevoli "regionali", politici e tutto un "generone" altolocato che svela le sue basse gesta.  
Un poliziotto volitivo e sagace è al centro di tutto; un poliziotto che anzitutto interroga, catechizza se stesso: "La vita gli diceva che chi vince ha ragione e chi perde ha torto, ma il suo lavoro era quello di mantenere l'equilibrio tra chi vince e chi perde." Dunque, né il vecchio Maigret, né Poirot, che sono anche due diverse scuole di pensiero… E neanche Montalbano, per intenderci. Piuttosto, un riaggiornato, e nostrano Tenente Colombo, tanto più temibile quanto bonaccione, almeno in apparenza. Qui c'è l'insofferenza dell'uomo che non sopporta più l'inumanità attorno a sé, reietta, cinica e alienata. Il Commissario Morando ondeggia così tra un cinismo d'autodifesa, ancor più tagliente, e una bonaria, filosofica compassione nei confronti dei propri simili, condomini dello stesso purgatorio (in)civile: "E la vita gli diceva anche che ci vuole una buona dose di tolleranza, per consentire che tutti possano tentare di sopravvivere in modo dignitoso, e senza ammortizzatori non è nemmeno possibile quel circolo economico che rende alcuni meno poveri: in definitiva la disonestà è un elemento di equità sociale"…
Ma come in un dramma metaforico, gli si contrappone un giustiziere "etico", un assassino "purificatore", almeno nella sua fantasia esaltata e perversa di controideali: "Io sì, ero proprio una formichina, lo ero ma non lo sono più. Ho cambiato lavoro: elimino gli insetti, aiuto l'umanità, aiuto quei disgraziati a sparire dalla terra. Sono un benefattore"…
Chandler o Kafka? Detective story o bestiario psicologico? Camilleri o Distretto di polizia?
La nostra odierna Roma caotica fa da sfondo, becera e trafficata, indifferente e attratta solo dalle banali, vorticose entità dei Soldi, della Politica e dello Spettacolo.
Una prosa secca, lineare, tagliente e ritmata, conduce le danze, scandita dal fitto srotolarsi dei dialoghi e degli eccidi romanzeschi, mai abbandonata alle oziose concessioni del moralismo. Ed è il linguaggio, in fondo, l'altro vero instancabile investigatore; dell'anima, del costume, della deriva sociologica che recita la sua verità, ma come sotto la finzione sempre in onda dei riflettori: "Si calmi, Seri, non faccio favoritismi, io. The show must go on, lo sa meglio di me, no?".