"Il soffio del deserto accarezza il mio animo. La sabbia grigia di Obiana resta fredda e morta. Intorno a me si estende solo una distesa di polvere desolata schiacciata dal cielo nero. Le stelle restano sospese sopra la terra, silenziose ed estranee alla vita. La solitudine e il vuoto mi circondano. Amo il deserto. Le dune si perdono nell’orizzonte, senza inizio, e senza fine. Niente vie, niente segni, niente confini, solo un’interminabile pianura grigia, tutta uguale. Questo luogo mi dona serenità e libertà. Non c’è un prima e non c’è un dopo, nessuna strada che muore e nessuna che nasce. Il deserto mi assomiglia: una sconfinata distesa vuota che si smarrisce in ogni direzione, perfetta e incolmabile. Il deserto mi fa sentire vera: rende possibile la mia esistenza tanto indefinita e vuota. Il soffio della Capitale invece disturba il mio sonno e risveglia gli spettri delle vite trascorse. I fantasmi ristagnano nei sogni e opprimono i pensieri. Le creature mi camminano intorno prigioniere della loro effimera esistenza, in una rete fragile e passeggera come il respiro di un battito." Ade.
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