Maddox è una squallida cittadina industriale accovacciata sulle rive fangose del Missouri, in cui metà degli abitanti è disoccupata e passa la giornata a bere, e l’altra metà si ammazza di fatica e alza il gomito dal tramonto all’alba. Ma per il location scout John Pellam è stata un colpo di fulmine: il luogo perfetto per girare un film di bulli e pupe. Certo, in un posto del genere non c’è vita notturna. Perciò, durante le riprese Pellam organizza partite a poker annaffiate di birra nel suo camper, il Winnebago Chieftain 43, parcheggiato all’ombra di una fabbrica siderurgica. Una sera, mentre sta rientrando con il rifornimento di bottiglie, un passante gliele fa cadere tutte e si dilegua. Pellam protesta, chiede spiegazioni a due persone a bordo di un’auto, ma non c’è nulla da fare. La birra è perduta. Sembra una seccatura, in realtà è molto peggio. Pochi istanti dopo quegli uomini uccidono un pregiudicato e la sua amante, e feriscono gravemente un poliziotto. Senza saperlo, e soprattutto senza aver memorizzato alcun volto, Pellam diventa il supertestimone più ricercato del mondo: dalla polizia che lo vuol far cantare, dall’FBi che gli vuole estorcere un particolare nome, dai criminali che lo vogliono eliminare, oltre che da una misteriosa bionda che lo vuole e basta. Per salvare la pelle, non gli resta che trasformarsi da preda in cacciatore... Secondo romanzo del ciclo con John Pellam, Fiume di sangue è - come il precedente Sotto terra, apprezzato in Italia dal pubblico e dalla critica - una brillantissima prova di un Jeffery Deaver esordiente, scritta nei primi anni ’90 e mai pubblicata in Italia. Imperdibile per i fans, entusiasmante per tutti i lettori di suspense, conferma con la trama impeccabile, l’intrigante protagonista, la catena di colpi di scena, e con le suggestive atmosfere, il talento del “più grande autore di thriller dei giorni nostri”.
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