Un ingegnere e un geometra si aggirano a bordo di un'Alfa 33 bianca, per motivi di servizio non sempre ben definiti, fra i monti, le colline e le valli della Garfagnana, del Casentino, del Senese, del Volterrano, del Valdarno, delle Metallifere, dell'Amiata... arrivando qualche volta fino al Tirreno. Nel loro vagare un po' disordinato spesso accompagnano o attraversano il corso di vari fiumi e torrenti: il Serchio, lo Scheggia, l'Edron, lo Staggia, il Cecina, l'Arno, il Turrite, il Cornia, il Senna... E nei momenti di sosta o di riposo, i racconti di fatti misteriosi e orribili, narrati apparentemente per caso, paiono giustificare con la loro trama, al di là del tempo delle storie, il permanere fino a oggi di alcune tenebrose presenze e del loro mondo malvagio. Emerge così, in quanto mai scomparso, un universo di demoni, streghe, vampiri, licantropi, zombie e alieni; talmente sovrapposto e interconnesso con il (tutto sommato) sereno universo conosciuto, da farci ritenere per un attimo che l'isola felice sulla quale crediamo di vivere sia in realtà il dorso di un enorme mostro marino. Né il ritorno alla realtà, dopo la conclusione delle narrazioni, è sempre così rassicurante come i due tecnici girovaghi vorrebbero farci credere, e magari credere essi stessi. Qualcosa, oggi e vicino a noi, resta pur sempre diabolicamente in agguato, al di là del potere esorcizzante e catartico della parola e dell'ironia.
|