Novembre 1960: inaspettatamente, un cattolico quarantatreenne ha battuto Richard Nixon nella corsa alla presidenza. Ma non sono tempi facili; la guerra fredda, l’Unione Sovietica che sta sfidando l’America nella corsa agli armamenti e che è in vantaggio nella battaglia della conquista dello spazio... La febbre anticomunista è al suo culmine, e la paura provocata dalla rivoluzione cubana si diffonde nel paese... Per la mafia, ansiosa di tornare ad avere mano libera sull’isola, Castro rappresenta un problema diverso, ma altrettanto grave; così, d’accordo con la CIA, contatta Tom Jefferson, il più efficiente killer americano, per ucciderlo. Ma Jefferson ha segretamente un programma diverso, ed un obiettivo che, se raggiunto, cambierebbe il corso della storia. Adesso solo la mafia può fermarlo. Con questo romanzo Philip Kerr torna alla sua vena più felice, a quella straordinaria capacità di ricreare un'epoca e un ambiente che ha costituito gran parte del successo della ‘Trilogia berlinese’. Come nella trilogia, anche qui fatti e personaggi reali (John Kennedy, Frank Sinatra, Marilyn Monroe, i gangsters Sam Giancana e John Rosselli...) si mescolano a personaggi e situazioni di invenzione in una eccezionale cavalcata attraverso il mitico mondo dell’America dei primi anni Sessanta.
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