Cosa sarebbe successo se Sherlock Holmes si fosse messo sulle tracce di Jack lo Squartatore? Questa è l’idea: L’ultima avventura di Sherlock Holmes, un’idea che sviluppa uno svolgimento inconsueto e mozzafiato, sia dal punto di vista narrativo che stilistico e di ambientazione e un finale stupefacente. Certo, un grande scrittore come Michael Dibdin non abbandona per una volta il suo campo prediletto (l’Italia contemporanea e il suo amato Aurelio Zen) per scrivere un romanzo che vede come protagonista il celebre personaggio di Arthur Conan Doyle senza imprimervi il suo personalissimo stile: e infatti le novità qui sono molte e importantissime. Prima fra tutte, il personaggio di Sherlock Holmes, che Dibdin riporta a quello dei primi romanzi, un uomo geniale preso da un’indagine, un delitto, che accende la sua fantasia; un cocainomane tanto distrutto da sviluppare, così come il dottor Jeckyll con Mister Hide, un alter ego nei momenti più drammatici. E poi la novità di inserire Sherlock Holmes in un caso reale, mai risolto, che è ancora capace di accendere la fantasia del mondo intero, e ancora, soprattutto dopo l’apertura degli archivi della polizia per quanto riguarda questo affaire, capace di far scrivere libri su libri. Senza dimenticare l’ambientazione nella Londra di fine ‘800 e le sue atmosfere brumose e misteriose che Dibdin riporta con stile e passione.
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