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Il Sigillo Nero. Terrore - Del Bosco Edizioni

 
 
Codice:12680      
 
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Media: 9.50
 
N. Volume:   1
Titolo:   Il Ragno e altri racconti del terrore
Autore:   Hanns H. EWERS (ps. di Hanns Heinz EWERS)
   Prefazione: Gianna TORNABUONI
   Traduzione: Marie ODAZIO
   Copertina: Eva Maria ARNDS
 
Data Pubbl.:   Gennaio 1972 ISBN:    non presente
Titolo e/o Data Orig.:   Die Spinne, 1907
Note:  
 
Genere:   Libri->Horror
 
Categoria:   FANTASTICO Rilegatura:   Brossura
Tipologia:   Principali Dimensioni:   120 x 192
Contenuto:   Antologia  N. pagine:   194
 
 
  Ultima modifica scheda: Mr.Chicago 13/04/2019-10:51:54
 
   
 

 
 
In questa antologia vengono proposti otto elaborati tendenti al macabro piuttosto che al fantastico. Emerge, in quasi tutti i testi, l'ossessione (forse dell'autore) pessimista verso la donna, vista nel simultaneo ruolo di musa ispiratrice e di fonte di assuefazione passiva (eloquente La fine di John Hamilton Llewellyn); una creatura divina e, al contempo, maledetta che conduce, alla stregua di una novella Eva, alla caduta dell'uomo in un oblio di perdizione (talvolta mentale, talvolta mortale) determinata dall'impossibilità di rendere duraturo ciò che sembra avere la consistenza del sogno (il riferimento va all'amore, in un'ottica dal valore di una poetica nera). Manifesto di quesa concezione è Il Ragno, racconto datato 1907 tra i più tradotti e conosciuti dell'autore. Il testo ha una costruzione su base giornaliera (il protagonista scrive un diario), funzionale a riflettere la crescente dipendenza che consuma un giovane rimasto infatuato dalla visione di una ragazza che lo contempla tutti i giorni da una finestra. Ewers tratteggia i contorni di una storia dall'intelaitura gialla. Abbiamo un ragazzo che si prodiga nell'aiutare la polizia per risolvere il mistero di tre suicidi verificatesi, a stretto giro di posta, all'interno della stessa camera di un albergo. A nulla servirà ogni tentativo di interrompere la serie, il ragazzo finirà per farsi coinvolgere da una giovane, che lo spia da una finestra del palazzo dirimpettaio, in un gioco di comunicazione gestuale  che lo trasporterà in una spirale di dipendenza mentale tale da inibirne la volontà e i centri nervosi (proprio come potrebbe fare un acido).