Come sempre, i gladiatori scendono nell'arena rivolgendo il loro triste saluto all'imperatore: «Ave, Caesar, morituri te salutant!». Coloro che stanno per morire ti salutano. Qualcuno sembra aver deciso di prendere fin troppo sul serio quell'antica formula: sotto lo sguardo stupefatto di migliaia di romani, infatti, l'asso dell'arena, l'imbattibile, colossale Chelidone, si accascia al suolo, morto. Preoccupato, Claudio affida all'amico Publio Aurelio un'indagine riservata sulla morte del gladiatore. Il senatore non immagina certo in quale rete di intrighi finirà presto invischiato, un disegno criminale che estende le sue trame ben oltre i confini dell'arena.
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