Sono raccolti in questo volume tre racconti carichi di misteriose tensioni, tre pezzi di bravura del miglior Stevenson non immemori delle «fantasie scozzesi» di Walter Scott: Il ladro di cadaveri, un racconto che M.R. James definì «perfetto», Janet la storta e I «Merry Men», macabra fantasia marinaresca dove l'avventura si tinge di nero. In particolare, l'orrorifico Janet la storta (Thrawn Janet) è considerato da molti uno dei capolavori dello scrittore. Come osserva M.R. Ridley: «Stevenson dichiarò che se anche non avesse scritto che questo e la storia di Tod Lapraik in Catriona, si sarebbe ritenuto uno scrittore. La sua affermazione potrebbe riferirsi soltanto a Thrawn Janet. Tod Lapraik è un grande brano di scrittura, ma per potenza e concisione credo che egli non concepì mai nulla di nemmeno paragonabile a Thrawn Janet».
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