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Titolo:   Cuori strappati
Autore:   Montague R. JAMES (ps. di Montague Rhodes JAMES)
   Prefazione: Dino BUZZATI
   Traduzione: Attilio VERALDI
 
Data Pubbl.:   3 Marzo 1967 ISBN:    non presente
Titolo e/o Data Orig.:   da: The Collected Ghost Stories of M.R. James, 1931
Note:  
 
Genere:   Libri->Horror
 
Categoria:   FANTASTICO Rilegatura:   Brossura
Tipologia:   Principali Dimensioni:   118 x 205
Contenuto:   Antologia  N. pagine:   288
 
 
  Ultima modifica scheda: Mr.Chicago 11/11/2020-13:08:42
 
   
 

 
 
La grande trovata di questo formidabile novelliere inglese, Montague Rhodes James (1862-1936), è l'aver applicato l'understatement al soprannaturale; il suo tono tranquillo, buontempone, preoccupato della precisione dei particolari slorici; la mancanza di stupore da parte dell'autore e dei personaggi (orrendamente stupita è solo la vittima, ma il suo grido è sordo, senza voce, come se il linguaggio tra l'uomo e il fantasma fosse inaudibile, segreto). Il racconto fantastico di Montague James è interamente risolto nella narrazione, e si presenta come un estremo travestimento giornalistico della novella naturalistica, senza quella ricerca di un'atmosfera che aspira paradossalmenle ad esistere al di là della narrazione e che è il continuo contrappunto metafisico (o, se si vuole, surreale) del romanzo gotico. Ma questo non significa che le creature e le case di M. R. James siano comode o abitabili, come gli evanescenti fantasmi dei castelli inglesi: poche presenze evocate dalla fantasia degli scrittori neri hanno la terrificante inumanità della mostruosa creatura di stracci che viene incontro al suo ignaro compagno di stanza in "Fischia, e correrò da te, ragazzo mio", della viscida creatura che si tiene abbracciata al collo dello scopritore del Tesoro dell'abate Tomaso, e poche camere della letteratura fantastica sono angosciose come quella Camera n. 13 che appare e scompare in una pensioncina dello Jutland. Montague James, nei suoi racconti, si muove sempre su due piani: quello di una dimessa realtà quotidiana, e quello del fantastico assoluto, molto più vasto, misterioso e incontrollabile. Unico, profondo, punto di contatto tra questi due mondi è la paura, che colpisce disordinatamente la vittima e l'autore dell'incantesimo, il criminale e il suo giudice, perché, pare dire Montague James, il mondo naturale è troppo fragile per un fantasma: anche quando gli si avvicina armato delle migliori intenzioni, uno spettro non può che mandarlo in pezzi.