Owen Wister, morto nel 1938, discendeva da una famiglia di attori famosi; laureatosi ad Harvard nel 1882, sebbene fosse più che un promettente autore di novelle, decise di darsi alla carriera musicale e si recò a Parigi per studiare composizione. La malattia che lo costrinse a tornare in America finì per diventare la sua e la nostra fortuna giacché, per riguadagnare la salute, come aveva già fatto prima di lui il famoso Doc Holliday, si stabilì nel West dove trovò gli elementi di ispirazione che l'avrebbero condotto ben presto alla fama letteraria. Wister, che con questo Virginiano apparso per la prima volta nel 1902 e letto da milioni di americani si impose per sempre come il più grande scrittore di western, è riuscito a conservare per le generazioni future la freschezza della vera vita delle praterie e i giorni lontani delle città cosiddette di frontiera. Il suo protagonista, il cow-boy taciturno col volto che il vento e il sole hanno ridotto del colore del cuoio vecchio, gli occhi avvezzi a scrutare orizzonti lontani è diventato il modello dei più famosi cow-boy dello schermo, da Tom Mix a John Wayne, da Henry Fonda a Gregory Peck a Gary Cooper (che interpretò la più famosa versione cinematografica del Virginiano ) . Basterà aggiungere qui che il successo del romanzo di Wister è rimasto costante: in America continua a essere il libro più venduto dopo la Bibbia e il manuale dei boy-scout
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