"J.R.R. Tolkien, il professore che amava i draghi, filologo insigne ed estroso, subcreatore della Terra di Mezzo e dei suoi miti cosmogonici, conservatore, cattolico tradizionalista, antimoderno al punto tale da preferire i fulmini ai lampioni, i cavalli alle automobili, ha insegnato ormai a diverse ad amare il Medioevo e il Fantastico e a non considerarli entrambi qualcosa di negativo, di cui vergognarsi o addirittura pericoloso. Tolkien, della Evasione del Prigioniero dal carcere della Modernità, ne ha fatto un atteggiamento positivo e costruttivo, indispensabile per uscire indenni mentre si superano tutti gli ostacoli che si frappongono alla libertà." Così dice Gianfranco de Turris nell'Introduzione ed è grazie a questo testo che finalmente è venuto il momento di conoscere e apprezzare il Tolkien medievista, linguista e filologo, grazie al quale si riesce a comprendere meglio il Tolkien narratore e subcreatore di quella Terra di Mezzo, di quel Mondo Secondario (per usare le sue stesse parole) che lo accompagnò per mezzo secolo.
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