Area Sito

 
Urania

Cambia Area DB:

» HELP HomePage «
» Forum
» Cerca
 
  

Database

 
» Database Collane UM
» Autori
» Tags
» Novità
» Le Interviste di UM!
» Wanted !!!
» Scambio/Vendita
» La Compagnia del Ciclo
» Giudizi/Commenti
 
  

Utenti OnLine

 
Visitatore Visitatori(224)
 
  

Classifiche

 


 
  

URANIA Mondadori

 

 
  

Le figlie di URANIA

 

 
  

Ricerca Libri

 
Inserisci i dati:
Numero:
Titolo:
Tit.Orig.:
Autore:
Editore:
Trama:
Relazione:
 
  

Links utili

 
 
  

Contatti

 
Amici di UraniaMania
Lo Staff di
Urania Mania
Lo Staff onorario di
Urania Mania
 
  
 

Bigalassia - La Tribuna

 
 
Codice:10071      
 
Piace a 1 utente
Non piace a 0 utenti
Media: 8.00
 
N. Volume:   34
Titolo:   Io, l'immortale - Signore dei sogni
Autore:   Roger ZELAZNY
   Traduzione: Vittorio CURTONI e Gabriele TAMBURINI
 
Data Pubbl.:   1 Novembre 1976 ISBN:    non presente
Titolo e/o Data Orig.:   This Immortal, 1966 The Dream Master, 1966
Note:   Supplemento a Galassia n.221
 
Genere:   Libri->Fantascienza
 
Categoria:   FANTASTICO Rilegatura:   Brossura
Tipologia:   Principali Dimensioni:   124 x 184
Contenuto:   Antologia  N. pagine:   328
 
 
  Ultima modifica scheda: victory 22/06/2023-17:04:23
 
   
 

 
 
Io, l'immortale
Roger Zelazny è uno degli autori venuti alla ribalta da pochi anni sulla scena della science-fiction americana. Dopo qualche racconto apparso nel 1962, pubblicava nel ‘63 A Rose for Ecclesiastes, una novelette che attirava su di lui l'interesse della critica e del pubblico. Dopo quella data sono usciti diversi suoi lavori, tra romanzi e racconti; ma le sue opere fondamentali rimangono This Immortal e Dream Master (questo romanzo, basato sul famoso racconto He who shapes, sarà pubblicato in uno dei prossimi numeri di Galassia). This Immortal è ricavato a sua volta da un serial apparso su The magazine of Fantasy and Science-Fiction, “... And call me Conrad." Per una volta tanto la trasposizione da novelette a romanzo non ha creato scompensi di sorta nell'opera finale; e anzi si può tranquillamente affermare che l'impatto e l'originalità della storia si sono conservati intatti nella sua redazione definitiva. Il lettore avrà modo di constatare da sé quali siano le caratteristiche più salienti dello stile di Zelazny; qui vogliamo limitarci a dare alcune indicazioni generali, promettendo di sviluppare il discorso nell'introduzione a Dream Master. L'autore cui, per diversi motivi, Zelazny appare più affine è senz'altro Samuel Delany: e non è un caso che entrambi siano giovani, e facciano parte di quel movimento di rinnovamento dei canoni della science-fiction che va sotto il nome di new wawe. Come Delany, anche Zelazny ama riprendere situazioni classiche e apparentemente esauste: in This Immortal l'ambiente è costituito da una Terra radioattiva, devastata da una brevissima guerra atomica, popolata di mostri mutanti. La novità è tutta nei moduli di scrittura, e nelle soluzioni date ai fatti narrati. Si badi anzitutto a come la storia sia raccontata in prima persona: una tecnica letteraria piuttosto difficile, che implica una costante partecipa.zione emozionale dell'autore agli avvenimenti. Tanto più difficile in questo caso, in quanto il protagonista è un personaggio enigmatico, con un passato che solo poco per volta si viene scoprendo (e non del tutto, sarà opportuno aggiungere: ogni lettore è libero di decidere come meglio crede). Conrad Nomikos, ex Karaghiosis ex parecchie altre cose, Kallikanzaros, immortale, è una persona simpaticissima ( forse troppo), che si muove con la forza d'urto d'un carrarmato tra Egitto e Grecia, che resiste ad ogni sorta di prova (e qui, vogliamo notare, a volte l'esaltazione eroica è troppo esasperata, e manca d'un minimo di coerenza; ma poco importa, se il divertimento resta assicurato), ammicca al lettore tra una riga e l'altra, cita frasi sue o altrui, riesce sempre a sorridere di se stesso. E tutti gli altri personaggi che gli si muovono attorno (dal silenzioso Hasan alla fredda, almeno apparentemente, Parrucca Rossa; a Phil il poeta, all'antipatico Myshtigo, a George il biologo) hanno una loro precisa dimensione poetica ed umana, che non scivola mai nella banalità. La struttura dell'opera è quella, classica, del romanzo d'azione: i fatti si succedono a ritmo vorticoso, l'invenzione fantastica è continua e fertilissima, e il substrato di leggende classiche dà un ulteriore tocco di fascino esotico. Il tutto condito con un buon pizzico di suspense per quel che riguarda la missione del Vegano e le future sorti della Terra, con una soluzione finale intelligente e abbastanza imprevedibile. Un romanzo, dunque, che diverte con intelligenza; che si serve d'uno stile a volte rapido e nervoso, a volte poeticamente disteso, per circondare i fatti d'un alone di realismo fantastico; che piacerà, crediamo, tanto ai patiti della vecchia guardia che ai fautori della nuova science-fiction; e che conferma definitivamente le notevoli doti di scrittore di Roger Zelazny.

Signore dei sogni
A pochi mesi di distanza da This Immortal, primo romanzo di Zelazny tradotto in Italia, ecco ora uscire The Dream Master. Purtroppo, per esigenze editoriali, questa presentazione viene stesa con parecchi mesi d'anticipo sulla sua effettiva pubblicazione; per cui è impossibile dare un rendiconto, anche parziale, dell'accoglienza riservata a questo nuovo grande scrittore. Speriamo comunque di poter toccare in futuro la questione, magari dalle pagine del Bollettino, perché ci sembra della massima importanza (e il discorso vale non solo per Zelazny, ma anche per tutti quegli autori sinora sconosciuti che in un paio d'anni d'attività abbiamo presentato su queste pagine: Delany, Disch, Panshin, e altri). Dream Master può sembrare, a prima vista, opera molto diversa da This Immortal: quanto l'uno era divertente, disimpegnato, avventuroso, questo è serio, ragionante, compatto nella struttura. Ma il denominatore comune che lega i due romanzi resta (e ci si perdoni se continuiamo a ripeterci) l'interesse estremo per l'elemento umano. Differente è dunque solo l'angolatura da cui il tema viene affrontato, e non la sua stessa essenza. Dream Master, a nostro parere, è uno dei più sconsolati e coerenti apologhi sulla solitudine umana che ci sia mai stato dato di leggere. La storia del protagonista, Charles Render, il Formatore di Sogni, l'uomo che si crede Dio e finisce con l'essere intrappolato nella sua creazione, è emblematica d'una situazione molto attuale, riscontrabile a tutti i livelli nella società contemporanea. Render non ha amici; vive in funzione del suo lavoro; i rapporti col figlio, sfiorati solo tangenzialmente dall'autore ma con grande capacità di penetrazione, sono freddi ed estremamente formali; e l'unica persona che susciterà in lui un vero interesse, la dottoressa Shallot, sarà anche colei che segnerà la sua condanna. Quasi casualmente, come per coincidenza, Zelazny ci offre tutti gli elementi per ricostruire a grandi linee la società del futuro in cui l'azione si svolge: ed è un ritratto dolente quello che ne emerge. Il giudizio sui fatti e sulle cose nasce implicitamente dalle pagine del romanzo: le lunghe corse a casaccio in automobile, lo squallore del Natale, l'aumento dei suicidi, le idee stesse che Render detta a tratti al registratore sono elementi d'un grande, straziato, affresco d'assieme. In questa luce assume una precisa funzione anche l'invenzione fantastica che sta alla base del romanzo: le sedute di neuropartecipazione, che consentono all'analista di modellare mondi nuovi sulla base della psiche dei pazienti. Un'allegoria delle fughe contemporanee nella droga? Forse, ma non vorremmo spingere il paragone troppo in là. E del resto è cosa di scarsa importanza sapere se Zelazny intende effettivamente colpire una determinata manifestazione del nostro habitat culturale: la critica è molto più generale, estensibile a tutto, e non certo chiusa su un oggetto particolare. Il romanzo è tutto intriso d'una sommessa poesia che si sviluppa su toni crepuscolari, discreti, mai rabbiosi o urlati; e l'impressione amara di tragedia finale, definitiva, nasce proprio di riflesso per il geniale contrasto tra una scrittura poeticamente lievitata e una sostanza tragica quanto poche. Lo stesso tipo di procedimento, in definitiva, che in passato ha prodotto le opere migliori di scrittori come Sturgeon o Bradbury; ma adottato qui con un ritmo, una sapienza narrativa e una coerenza che non conoscono momenti di sosta. Sicché Dream Master resta, e resterà, uno dei documenti più compiuti e sofferti sulla condizione alienata dell'uomo contemporaneo; un romanzo che varrà la pena di rileggere tra qualche anno, per constatare direttamente quante fondamentali verità contenga sul nostro problematico futuro.