L'odissea del superuomo Il miglior commento che si possa fare di questo libro di Harness, un autore pressoché sconosciuto fino ad oggi in Italia, è dire che si tratta di una delle opere più intelligenti degli ultimi anni. Tre racconti distinti, ma uniti da un tenace filo conduttore, l'evoluzione degli esseri viventi, ciascuno condotto con assoluta originalità, mordente e — specialmente il primo — con delicata fantasia poetica. Non so chi sia Harness, non sono riuscito ad appurarlo in tempo, e dalla sua opera non si riesce a capirlo. Uomo di notevole cultura, è dotato di una immaginazione - vivida che lo ha posto di fronte a problemi che ha cercato di risolvere in chiave fantastica, forse non tanto per i lettori quanto per sé. Ogni passo rigorosamente logico di questo libro dev'essere stato meditato più volte finché ne è scaturita non “una spiegazione" dei fatti, ma “la spiegazione", l'unica che poteva essere data partendo da certe premesse. Opera filosofica? Non so. Ma sarebbe certo piaciuta a Kant. La cosa divertente è che sarebbe anche piaciuta ad Einstein, e a tutti coloro per i quali il pensare è una componente essenziale della vita. Naturalmente i musicisti ne saranno entusiasti. Per non parlare dei giocatori di scacchi che sogneranno il giorno in cui si troveranno di fronte a Zeno, il campione. Sì, ci sono idee per tutti. C'è materia di discussione a non finire. E questo non è un pregio da poco in una letteratura moderna che troppo spesso indulge solo al “colore", ma rifugge dalla discussione, a meno di trasformarsi in un noiosissimo saggio. Harness è partito dalla domanda classica di ogni scrittore di science-fiction, quella domanda che è all'origine di tutti i migliori romanzi che hanno saputo dare qualcosa di nuovo: Cosa accadrebbe se... Una domanda però che è antica quanto l'uomo e che ha costituito da sempre la molla dell'umanità.
Ritornello Ritorna l'autore di "L'Odissea del superuomo" con il suo più recente e splendido romanzo. Sullo sfondo delle Dodici Galassie, in un futuro dove ormai il ricordo della Terra madre non è più che una leggenda, si sviluppa il quadro fantastico di un'immensa civiltà galattica. Omero, il poeta di corte celebrato in tutto l'universo, scompare durante la cerimonia di incoronazione dell'ultimo signore di Goris-Kard, Oberon dei Delfieri. Nessuno pare conoscere la sua fine, e le ricerche di James, suo fratello, sembrano destinate a rimanere insolute. Ma a questo punto Harness, lanciandosi con estrema abilità in gorghi pericolosi quanto affascinanti, inizia a tessere il suo sterminato affresco di morte e di rinascita, la stupefacente allegoria della creazione. Senza mai abbandonare i suoi personaggi, prende a dare forma al cosmico gioco ad incastro di cui Ritornello e Alea, le due opposte divinità, costituiscono i pilastri fondamentali. La ciclicità del tempo, il tema dell'infinito ritorno, oppure la casualità della sorte, il cieco dito del destino; quale di queste incombenti divinità e la molla vitale dell'universo?
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