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Bigalassia - La Tribuna

 
 
Codice:10035      
 
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N. Volume:   43
Titolo:   Chi di vampiro ferisce - Einstein perduto
Autore:   H. P. LOVECRAFT (ps. di Howard Phillips LOVECRAFT) e Autori VARI
   Traduzione: Giampaolo COSSATO, Sandro SANDRELLI e Maria Teresa GUASTI
 
Data Pubbl.:   Aprile 1979 ISBN:    non presente
Titolo e/o Data Orig.:   The Dark of the Soul, 1970 - The Einstein Intersection, 1967
Note:   Supplemento a Galassia n.235
 
Genere:   Libri->Fantascienza
 
Categoria:   FANTASTICO Rilegatura:   Brossura
Tipologia:   Principali Dimensioni:   124 x 184
Contenuto:   Antologia  N. pagine:   302
 
 
  Ultima modifica scheda: victory 22/06/2023-17:11:36
 
   
 

 
 
Chi di vampiro ferisce

Einstein perduto
Uno strano, inconfondibile, affascinante romanzo, questo Einstein perduto (The Einstein intersection) di Samuel R. Delany. Un esempio avvincente delle infinite capacità di rinnovamento della fantascienza, della continua, inarrestabile evoluzione della simbiosi tra scienza e fantasia. La tematica di Delany, come degli altri autori della giovane scuola angloamericana, è classica nei suoi motivi-base, ma i suoi sviluppi sono imprevedibili. In questo romanzo, abbiamo un mondo del futuro abbandonato dagli uomini in fuga attraverso una falla della struttura basilare dello spazio-tempo, il quale è divenuto in tal modo disponibile per una nuova popolazione, intelligente ma disperatamente proteiforme, la quale, tra le rovine di antichissime città e complessi macchinari elettronici ancora funzionanti, cerca di non disperdersi in una disintegrazione di forme allucinanti, la cui necessità, la cui esistenza non possono più spiegarsi in un universo che ricorda ancora le teorie di Einstein ma è costretto a vivere nel non-determinismo di Godel. L'antica umanità scomparsa, desiderata, odiata, compianta, è il modello al quale questi esseri dalle trascendenti capacità, continuamente oscillanti tra l'irrealtà della vita e della morte, anelano d'identificarsi, coartando le leggi sconvolte della biologia e della genetica. Einstein perduto è la storia di un universo incredibile e folle, ma in particolare è la storia di alcuni personaggi indimenticabili. Soprattutto è la storia di Lobey, un Orfeo alieno (il mito di Orfeo affascina in modo singolare la nuova fantascienza), e delle sue avventure attraverso un mondo pazzo e lussureggiante, meravigliosamente stregato. Durante il suo lungo viaggio, egli incontra Spider, allevatore di draghi; Kid Death, un assassino della chioma rosso-fiammante, condannato ad abitare negli abissi del mare; Colomba, favolosa immagine dell'amore di un mondo in preda all'ossessione; Occhio Verde, vittima di un rituale inventato dalla razza scomparsa da millenni; e Friza, l'oscura, silenziosa fanciulla cercata da Lobey lungo sterminati deserti, foreste costellate di fiori cannibali; in preda a un'ansia divoratrice che lo spinge fuori dal suo villaggio sperduto nei boschi tra le montagne, fino a una metropoli brulicante d'angoscia e di rabbia, fino alle soglie della morte e oltre. Un romanzo nuovo, non un distacco, ma una lampante dimostrazione del continuo evolversi, come si è detto, della science-fiction. Delany, infatti, come scrive Judith Merrill, continua la via della “logica meravigliosa" iniziata da Sturgeon e da Cordwainer Smith, e continuata da Ballard e da Vonnegut. Le inserzioni autobiografiche, il racconto d'un viaggio il più lontano possibile dalla logica meccanicistica dell' Occidente, attraverso l'Oriente favoloso e ricco d'umanità sospesa a mezza via tra la realtà e l'illusione,Venezia, la Grecia, Istambul, creano un parallelismo interiore che accresce la profondità del romanzo, assimilandolo a un'esperienza veramente vissuta, a una autentica avventura dello spirito.