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Bigalassia - La Tribuna

 
 
Codice:10027      
 
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Media: 7.50
 
N. Volume:   28
Titolo:   La ballata di Beta 2 - Babel 17
Autore:   Samuel R. DELANY (ps. di Samuel Ray DELANY)
   Traduzione: Vittorio CURTONI e Gianni MONTANARI
 
Data Pubbl.:   1 Novembre 1975 ISBN:    non presente
Titolo e/o Data Orig.:   The Ballad of Beta-2, 1965 - Babel-17, 1966
Note:   Supplemento a Galassia n.210
 
Genere:   Libri->Fantascienza
 
Categoria:   FANTASTICO Rilegatura:   Brossura
Tipologia:   Principali Dimensioni:   124 x 184
Contenuto:   Antologia  N. pagine:   338
 
 
  Ultima modifica scheda: victory 22/06/2023-12:01:21
 
   
 

 
 
La ballata di Beta 2
Samuel R. Delany, ventottenne, americano, è uno dei nuovi autori più interessanti nel campo della sf. Judith Merril ha scritto che il suo lavoro è “paragonabile solo a quello di Sturgeon, Ballard, Vonnegut e Cordwainer Smith “; e in effetti Delany, che ha già al suo attivo una notevole quantità di romanzi, ha rinnovato con grande abilità ed intelligenza la narrativa fantascientifica. Ha iniziato a scrivere giovanissimo: a diciannove anni aveva già prodotto The Jewels of Aptor, e a ventuno aveva completato la trilogia The Fall of the Towers. Tra le altre sue opere più notevoli possiamo ricordare Babel-17, una magnifica storia costruita sul filo degli elementi più tradizionali (di questo romanzo, purtroppo, continua a sfuggirci il contratto); e The Einstein Intersection, rappresentazione mitica e fascinosa di un mondo continuamente variabile. Questo The Ballad of Beta-2, il suo primo romanzo che viene tradotto in Italia, costituisce un eccellente esempio delle qualità di Delany. Anzitutto la storia: apparentemente l'opera presenta una struttura del tutto tradizionale, con un'inspiegata catastrofe iniziale le cui ragioni vengono poco per volta svelate. Ma la banalità, se vogliamo, della base di partenza viene immediatamente superata dallo svolgimento: e si noti l'enorme abilità di montaggio, che porta ad incastrare alla perfezione i pezzi l'uno nell'altro; l'intelligenza con cui l'autore ha ricostruito dall'interno il mondo complesso e multiforme delle dodici astronavi, senza risparmiare le frecciate polemiche verso il mondo contemporaneo (il dibattito sui rituali, ad esempio). E si noti soprattutto l'originalità estrema della soluzione: perché in questo romanzo la chiave di volta è costituita dalla solitudine di un essere, che si traduce in un atto di sconfinato amore. Mai, crediamo, ci era capitato di leggere qualcosa in cui un semplice sentimento fosse il motore centrale di un meccanismo in se stesso sostanzialmente concreto, materiale. In secondo luogo la prosa: fluente, scorrevolissima, ma ricca al tempo stesso di vibrazioni sinceramente poetiche; una prosa che riesce a travisare i fatti anche più meschini per trasportarli in una sfera trascendente. Qualche brano è, a nostro parere, niente di meno che un capolavoro di perfezione: l'incontro di Leela con il Distruttore, ad esempio; o le poche pagine finali del diario di Hodge, tanto intense quanto assolutamente virili. Qualche lettore, per lettera, si è lamentato di non vedere più su Galassia molti romanzi avventurosi. Ebbene: The Ballad of Beta-2 è un'opera avventurosa nel senso più completo della parola; ma ricca, piena, intensa. Contraddistinta, secondo noi, da quello che è il marchio della nuova narrativa di sf: perché il merito maggiore di Delany sta proprio nell'aver rinnovato tutto un genere, nell'aver indicato strade inedite, come del resto stanno facendo diversi altri autori, in America e altrove. Questa è l'avventura in cui siamo disposti a credere; mentre ci rifiutiamo di accettare per buone quelle opere che ripetono all'infinito le stesse idee e le stesse immagini. E se vogliamo affermare che The Ballad of Beta-2 è, nel suo genere, un capolavoro, è perché ne siamo assolutamente convinti. Un'ultima nota: in sede di traduzione abbiamo preferito lasciare la Ballata vera e propria in metro libero. Questo perché una rima ci avrebbe costretti a delle forzature che potevano finire col deturpare il significato stesso del testo

Babel 17
Per i lettori che certo ricorderanno la prima opera di Delany presentata da Galassia in Italia, La Ballata di Beta-2, questo romanzo costituirà una gradita sorpresa. Nel caso di Beta-2 si era accennato alle particolari strutture avventurose che costituivano alcune delle caratteristiche più tipiche di questo giovane scrittore americano, fra l'altro il primo scrittore negro di fantascienza. E per Babel-17 il discorso può allargarsi e scendere in profondità, perché ora ci troviamo di fronte ad un'opera che supera senza indecisioni alcune riserve ancora presenti nel romanzo precedente.
Babel-17 è il punto focale intorno al quale ruotano tutti i personaggi e le vicende del romanzo, ma cosa è Babel-17? Si tratta di una lingua, di un misterioso idioma che fa la sua comparsa in un delicato momento della guerra cosmica combattuta fra l'Alleanza terrestre e gli Invasori. Ma quel che più conta, e che più interessa la poetessa Rydra Wong, incaricata dall'Alleanza di scoprire il significato di questa lingua, è che non si tratta semplicemente di una nuova concatenazione semantica, ma di u vero e proprio nuovo modo di pensare, di un punto di partenza per un pericoloso viaggio nelle più remote oscurità dell'inconscio umano e dello spazio cosmico. Vediamo dunque come i consueti elementi di più pura ‘space opera' rientrino anche questa volta nel sapiente gioco condotto da Delany; ma occorre tenere presente che la prosa di Delany si è evoluta, e che ora, fattasi più massiccia e corposa, tende a risultati difficilmente raggiunti prima da qualcun altro. Anche nei lunghi periodi descrittivi è facile notare.., una certa disposizione alla diretta provocazione del lettore, un uso del tutto particolare di parole e di sintassi, intrecciate fra di loro in schemi che coinvolgono lentamente i processi mentali di chi legge. il mondo fantastico di Delany è di una ricchezza e di una fecondità quasi incredibili, e non occorre molto tempo per rintracciarvi le lontane reminiscenze mitologiche e poetiche; ma la sua arma migliore è la lingua, la stessa protagonista di questo romanzo. Ci eravamo già accorti in Beta-2 della sua predilezione per materie come la poesia e la linguistica, ma solo in Babel-17 Delany sembra avere dato fondo a tutte le sue risorse nel campo. Egli ci mostra il lento incedere di Rydra Wong nello studio di Babel-17, e nel contempo ci offre gli strumenti adatti per seguirla nel suo viaggio e forse giungere prima di lei alla soluzione. Ma proprio per questo motivo, alcune parti del romanzo presentano una certa difficoltà, soprattutto di ordine linguistico. Sembra che Delany stesso si stia esercitando nella creazione di una nuova lingua. E quando questa nuova lingua, in un gioco delle parti. che assume lentamente un ritmo ossessivo da romanzo giallo, scandito dai colpi di un misterioso sabotatore a bordo della stessa nave di Rydra Wong, ci offre alcuni frammenti stupendi come la dichiarazione d'amore del Macellaio, teneramente assurda a causa del suo errore semantico, o ci mostra l'agghiacciante visita al museo personale del Barone Ver Dorco ai Cantieri di Guerra, si può senz'altro dire che ha raggiunto il suo scopo. Resta solo da aggiungere che le poesie di Marilyn Hacker, inserite dall'autore all'inizio delle varie parti, non sono mai apparse in Italia e sono state pubblicate dalla The Washington Square Review, per chi volesse approfittarne. In sede di traduzione, poi, vorremmo ringraziare il Prof. Vittorio Ghebbioni per il prezioso aiuto fornito nella traduzione dei versi di M. Hacker.