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URANIA MANIA - Urania Mondadori e altre collane - Collezionisti di Urania, Fantascienza, Fantasy, Gialli e Fumetti
Si Miles, l'avevo iniziato. Ho letto metà del primo romanzo, poi sospesi la latterura per passare ad un altro romanzo (mi pare "Coyote") ma non perchè non mi stesse piacendo... certo non mi ha particolarmente colpito ma devo rileggerlo assolutamente, è una lettura dalla quale non posso esimermi
« Ultima modifica: 14 Aprile 2014, 18:43:18 di Arne Saknussemm »
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*********************************************************Ho appena letto: Sto leggendo:
Si Miles, l'avevo iniziato. Ho letto metà del primo romanzo, poi sospesi la latterura per passare ad un altro romanzo (mi pare "Coyote") ma non perchè non mi stesse piacendo... certo non mi ha particolarmente colpito ma devo rileggerlo assolutamente, è una lettura dalla quale non posso esimermi
Il primo di Tschai mi piacque solo per le civiltà presenti, il secondo lo volevo buttare dalla finestra
Costa delle Palme di Kim Stanley Robinson (The Gold Coast, 1988)
1989 British Science Fiction Award - SF Novel (Nomination) 1989 John W. Campbell Memorial Award - Second Place (Place: 2) 1989 Locus Poll Award - Best SF Novel (Place: 5)
Secondo romanzo del ciclo di Orange County (o delle Tre Californie).
Scritto in maniera splendida, questo secondo tassello del ciclo delle "Tre Californie" di Kim Stanley Robinson è ambientato temporalmente nello stesso periodo nel quale è ambientato il primo romanzo del ciclo, "Costa dei Barbari". Ma mentre in "Costa dei Barbari" si immagina una California devastata da un attacco atomico e regredita allo stato barbaro/rurale, in questo "Costa delle Palme" si immagina una naturale evoluzione di quella che è oggi la California, trainata dalla potenza di Silicon Valley. Robinson descrive quindi una società iper-tecnologizata, alienata, sovrastimolata ed in grave crisi di valori e rapporti. Molto bello e, per le tematiche affrontate, molto più vicino al lettore contemporaneo di quanto lo è "Costa dei Barbari"; è semplice vedere nella California descritta da Robinson quello che potrebbe essere il nostro mondo tra qualche anno e quello che in parte è gia adesso. Il terzo romanzo del ciclo non è mai stato tradotto in italiano ... toccherà leggerlo in originale !!
Voto: 8,5
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Lo Spazio Deserto di M. John Harrison (Empty Space, 2012)
Serve un Po di tenacia per superare le prime 100 pagine e si fatica un po' nel mettere insieme dei pezzi di storia. Alcune parti sono poco chiare e restano irrisolte al termine della lettura, ma d'altra parte è proprio la che l'autore vuole arrivare... L'inconoscibilità, la relatività......questo romanzo ti resta però attaccato addosso, sensazioni, colori, immagini......è davvero "un'esperienza".
Costa delle Palme di Kim Stanley Robinson (The Gold Coast, 1988)
1989 British Science Fiction Award - SF Novel (Nomination) 1989 John W. Campbell Memorial Award - Second Place (Place: 2) 1989 Locus Poll Award - Best SF Novel (Place: 5)
Secondo romanzo del ciclo di Orange County (o delle Tre Californie).
Scritto in maniera splendida, questo secondo tassello del ciclo delle "Tre Californie" di Kim Stanley Robinson è ambientato temporalmente nello stesso periodo nel quale è ambientato il primo romanzo del ciclo, "Costa dei Barbari". Ma mentre in "Costa dei Barbari" si immagina una California devastata da un attacco atomico e regredita allo stato barbaro/rurale, in questo "Costa delle Palme" si immagina una naturale evoluzione di quella che è oggi la California, trainata dalla potenza di Silicon Valley. Robinson descrive quindi una società iper-tecnologizata, alienata, sovrastimolata ed in grave crisi di valori e rapporti. Molto bello e, per le tematiche affrontate, molto più vicino al lettore contemporaneo di quanto lo è "Costa dei Barbari"; è semplice vedere nella California descritta da Robinson quello che potrebbe essere il nostro mondo tra qualche anno e quello che in parte è gia adesso. Il terzo romanzo del ciclo non è mai stato tradotto in italiano ... toccherà leggerlo in originale !!
Voto: 8,5
Dopo essermi procurato il primo dovrò necessariamente mettermi in caccia del secondo...
Costa delle Palme di Kim Stanley Robinson (The Gold Coast, 1988)
1989 British Science Fiction Award - SF Novel (Nomination) 1989 John W. Campbell Memorial Award - Second Place (Place: 2) 1989 Locus Poll Award - Best SF Novel (Place: 5)
Secondo romanzo del ciclo di Orange County (o delle Tre Californie).
Io non ho capito se trattasi di un ciclo di tre storie indipendenti aventi in comune soltanto l'ambientazione e l'epoca in cui si narrano gli eventi, oppure se i tre libri sono collegati tra loro.
Costa delle Palme di Kim Stanley Robinson (The Gold Coast, 1988)
Io non ho capito se trattasi di un ciclo di tre storie indipendenti aventi in comune soltanto l'ambientazione e l'epoca in cui si narrano gli eventi, oppure se i tre libri sono collegati tra loro.
Sono tre scenari possibili (e molto diversi tra loro) in un medesimo tempo (metà del 21mo secolo) e medesimo luogo (California). Protagonisti differenti.
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Sto leggendo "Le Montagne Volanti" di Poul Anderson (Tales of the Flying Mountains, 1970)
Il volume comprende l'intero ciclo de "Le Montagne Volanti", formato da 7 tra racconti brevi, novelle e novelette, collegati tra loro da brevi "interludi" scritto ad hoc dall'autore.
Ecco i contenuti:
- Prologo • Prologue (Tales of the Flying Mountains) • (1970) shortfiction - Niente ha successo quanto l'insuccesso • Nothing Succeeds Like Failure • (1970) • shortfiction - Interludio 1 • Interlude 1 • (1970) • shortfiction - Missile Vagabondo • The Rogue (variant of Industrial Revolution)• (1963) • novella - Interludio 2 • Interlude 2 • (1970) • shortfiction - Ditelo con i fiori • Say It With Flowers • (1965) • novelette - Interludio 3 • Interlude 3 • (1970) • shortfiction - Gioco d'azzardo • Ramble with a Gamblin' Man • (1970) • novelette - Interludio 4 • Interlude 4 • (1970) • shortfiction - Que Donn'rez Vous? • Que Donn'rez Vous? (variant of "What'll You Give?")• (1963) • novelette - Interludio 5 • Interlude 5 • (1970) • shortfiction - Veliero Solare • Sunjammer • (1964) • novelette - Interludio 6 • Interlude 6 • (1970) • shortfiction - Nazione di Reclutamento • Recruiting Nation • (1970) • shortstory - Epilogo • Epilogue (Tales of the Flying Mountains) • (1970) • shortfiction
« Ultima modifica: 24 Maggio 2014, 10:59:12 di Arne Saknussemm »
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"Forbici vince carta vince pietra" di Ian McDonald (Scissors cut paper wrap stone, 1994)
Un bel romanzo, questo di McDonald, scritto molto bene e piacevole che però, nonostante le splendide premesse ed idee sul quale nasce e cresce sembra non riuscire a decollare, non convince fino in fondo. Alcune pagine sono assolutamente imperdibili, come la scena ambientata nella Great Bay Area, nella quale la città prende vita … un gioiellino !! Certamente non è una delle prove migliori di questo autore, uno dei più grandi autori nel panorama fantascientifico contemporaneo.
Il Sole dei Soli diKarl Schroeder (Sun of Suns, 2006)
Una Space Opera fresca, aggiornata al 2000, intelligente, divertente, immaginifica... di forte impatto. Il romanzo parte lentino ma presto si trasforma in un inesorabile volta-pagina. Imperdibile!! ...e attendo fremente i seguenti romanzi del ciclo di Virga ! Voto: 8
Qui trovate la mia recensione al romanzo per Cronache di un Sole lontano:
"Le Montagne Volanti" di Poul Anderson (Tales of the Flying Mountains, 1970)
"Le Montagne volanti" (Tales of the Flying Mountains, 1970), pubblicato su Urania Collezione nel mese di maggio di quest'anno, è l'epopea dell'Uomo alla conquista della fascia degli asteroidi situata tra Marte e Giove. Poul Anderson narra le vicende dell'Uomo attraverso storie di uomini diversi in momenti storici diversi. “Le Montagne volanti” è formato dall'unione di 7 racconti scritti tra il 1963 ed il 1970: i racconti sono intramezzati da interludi scritti ad hoc da Anderson (insieme ad un prologo ed a un epilogo) nel 1970, dietro richiesta e pressione del suo editore che voleva pubblicare i 7 racconti in un unico volume, trasformandolo in una sorta di romanzo ad episodi.
Ecco i contenuti:
- Prologo • Prologue (Tales of the Flying Mountains) • (1970) • shortfiction - Niente ha successo quanto l'insuccesso • Nothing Succeeds Like Failure • (1970) • shortfiction - Interludio 1 • Interlude 1 • (1970) • shortfiction - Missile Vagabondo • The Rogue (variant of Industrial Revolution)• (1963) • novella - Interludio 2 • Interlude 2 • (1970) • shortfiction - Ditelo con i fiori • Say It With Flowers • (1965) • novelette - Interludio 3 • Interlude 3 • (1970) • shortfiction - Gioco d'azzardo • Ramble with a Gamblin' Man • (1970) • novelette - Interludio 4 • Interlude 4 • (1970) • shortfiction - Que Donn'rez Vous? • Que Donn'rez Vous? (variant of "What'll You Give?")• (1963) • novelette - Interludio 5 • Interlude 5 • (1970) • shortfiction - Veliero Solare • Sunjammer • (1964) • novelette - Interludio 6 • Interlude 6 • (1970) • shortfiction - Nazione di Reclutamento • Recruiting Nation • (1970) • shortstory - Epilogo • Epilogue (Tales of the Flying Mountains) • (1970) • shortfiction
Anderson effettivamente non era particolarmente soddisfatto di questo ciclo di racconti, che in un primo momento fu quindi messo da parte per lasciare spazio a cose che invece soddisfacevano il buon Poul, (nello specifico si dedicò a diverse storie del ciclo della Storia Polesotecnica). Sarà che ho un debole per Poul Anderson... ma io sono rimasto estremamente soddisfatto da questa lettura: Anderson ha grande stile, gran classe. Leggerlo è sempre un piacere e tra le righe delle sue storie c'è sempre tanto da scoprire. Certamente il ciclo de "Le Montagne volanti" non è tra le opere più importanti di Poul Anderson, ma ha un suo innegabile fascino, riesce a portarti lassù, nella notte piena di Soli...dove anche il lettore riesce a ritrovare se stesso. "...rivelare la verità nuda e cruda sul motivo che ci ha condotti qui?" "Si, perchè l'unica cosa che conta è il fatto che SIAMO QUI", ed il "qui" di Anderson è un luogo meraviglioso, un Universo-liquido amniotico che ci nutre e ci dà la forza, che non è una destinazione ma è semplicemente l'inizio del viaggio. Un viaggio nello spazio profondo... un viaggio nel nostro essere più intimo... infine siamo tutti fatti di Stelle !
Voto: 7
Qui la mia recensione completa: http://cronachediunsolelontano.blogspot.it/2014/08/le-montagne-volanti-di-poul-anderson.html
« Ultima modifica: 27 Agosto 2014, 10:19:45 di Arne Saknussemm »
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"L'Odissea del Superuomo" di Charles L. Harness (The Rose, 1966)
Il volume di Urania Collezione uscito questo mese in edicola è una vera chicca. Si tratta di una celebre antologia di Charles L. Harness intitolata "L'Odissea del Superuomo" (The Rose), uscita nel 1966 e tradotta in italiano da Antonio Bellomi per "Galassia - La Tribuna" che lo ha pubblicato nel febbraio del 1970 (l'antologia fu ristampata su un Bigalassia nel 1976 e adesso,a distanza di 38 anni, viene riproposta da Urania).
L'antologia contiene un romanzo breve e 2 racconti:
- L'Odissea del Superuomo (The Rose, 1953) - I Giocatori di scacchi (The Chesspla<x>yers, 1953) - La Nuova Realtà (The New Reality, 1950)
"L'Odissea del Superuomo" (The Rose, 1953) è probabilmente una delle storie più strane che ho mai letto, un gioiellino che ricevette la nomination al Retro-Hugo Award nel 2004. Originariamente apparso su una piccola rivista inglese, Authentic Science Fiction Monthly (n.31, March 1953), questo romanzo breve rimase nell'oblio fin quando Michael Moorcock non decise di ripubblicarlo, nel 1966, insieme ai 2 racconti sudetti (negli USA il romanzo uscirà solo nel 1969). "L'Odissea del Superuomo" è un'opera fortemente simbolica che poggia le sue basi sul famoso racconto di Oscar Wilde "L'Usignolo e la Rosa" ed ha anche una forte impronta autobiografica (difatti il fratello di Harness, studente di belle arti, morì all'età di 26 anni a causa di 2 tumori al cervello) . Il testo, se consideriamo che è stato elaborato negli anni '50, è atipico difatti ricorda più opere sperimentali degli anni '60 e '70 che la SF di quegli anni. In questo romanzo breve Harness affronta il tema del superuomo, dell'evoluzione della razza umana sotto una luce assolutamente non scientifica: mette in scena un poco credibile dualismo tra scienza ed arte ed è proprio grazie all'arte che l'Homo sapiens riesce ad evolvere in Homo Superior; la storia effettivamente non ha nessuna base scientifica e può risultare strampalata (molti lettori non hanno apprezzato questa antologia proprio per questo motivo), quando leggiamo di come il protagonista disarma un assassino grazie ad una musica in 5/4 o di come la protagonista sfugga ai suoi inseguitori grazie alla teoria dei colori complementari o ancora di come le arti abbiano sempre anticipato , nella storia dell'uomo, le scoperte scientifiche ... effettivamente qualcosa in noi si ribella; anche i protagonisti di questo romanzo lasciano perplessi: sono figure poco caratterizzate che spesso agiscono in maniera incomprensibile. Eppure .... eppure questa storia è intrisa di romanticismo, è a tratti struggente, ci coinvolge e ci risucchia in un vortice di avvenimenti e di assurdità (a tratti ricorda la kaleidoscopicità del Bester di "The Stars my destination" e c'è chi lo accosta a Van Vogt proprio per le sue trame caotiche e poco coerenti dalle quali emergono però forti idee) e sopratutto accende i riflettori sull'animo umano e piega l'universo e le sue leggi alla forza dell'umano pensiero. Un romanzo breve assolutamente unico, assolutamente da leggere. Voto:7,5
"L'Odissea del Superuomo" ha diversi punti di contatto con il racconto che chiude l'antologia, ovvero "La Nuova Realtà" (The New Reality, 1950). Anche in questo racconto infatti l'intero universo e le sue leggi si piegano davanti alla potenza del pensiero umano e l'evoluzione dell'uomo condiziona l'essenza del mondo fisico così come lo conosciamo.
"La Nuova Realtà" rivisita il mito della creazione (Brian Stableford l'ha definita la migliore storia di SF su Adamo ed Eva): il dottor Luce (Lucifero ??) ha messo a punto una nuova teoria scientifica e si appresta a disintegrare un fotone. La scoparsa di un fotone dall'universo provocherebbe profondi mutamenti nell'universo stesso, le vecchie leggi cadrebbero e l'uomo si ritroverebbe in un universo "alieno", indecifrabile, inconoscibile, nel quale la quarta dimensione (il tempo) verrebbe meno: il dottor Luce distruggerebbe così l'universo "einsteniano". I nostri "Adamo ed Eva" cercheranno di impedire che il dott. Luce metta a punto il suo esperimento... La storia evolve in maniera superba ma per evitare di rovinarvi la lettura non racconto nient'altro; aggiungo solo che questo racconto da solo vale l'acquisto del volume. Bellissima (seppure scientificamente infondata) la dissertazione di Prentiss (il nostro Adamo) volta a dimostrare che "l'universo è opera dell'uomo", che la Terra era davvero piatta ai tempi di Ecateo e solo in seguito divenne rotonda, che la materia era davvero indivisibile finché non "inventammo" le particelle subatomiche, che Berzelius ebbe ragione fin quando Mendeleev creò la sua tavola periodica, che le teorie evoluzionistiche di Aristotele erano corrette ma poi tutto cambiò quando Darwin espose la teoria dell'evoluzione delle specie, che l'universo iniziò ad esistere quando comparve l'uomo e prima era il nulla, "il cosmo arriva e parte con la mente dell'uomo" cioè i noumeni fondamentali sono sempre stati là ma il "cosmo", o la "realtà", è semplicemente la versione dell'uomo dell'universo assoluto noumenale.
Un racconto splendido !! Voto: 8,5
Il terzo racconto di questa antologia, "I Giocatori di scacchi" (The Chesspla<x>yers, 1953) è a mio avviso un racconto poco più che gradevole, ben scritto ma senza particolari pretese; niente di particolare. Voto: 6
Come disse Moorcock "Harness in fondo parla dell'umanità quale essa è, non come dovrebbe o potrebbe essere e la sua narrativa rappresenta ciò che così poca SF è davvero: un modo romanzesco di affrontare idee complesse e i problemi astratti dell'esistenza, cercando di gettarvi nuova luce.....la stravaganza della sua opera può oscurare i temi più profondi....ma il lettore che si aspetta qualcosa di più lo troverà, perché se Harness non ha più di tanto da dire sull'uomo come personaggio, ha invece moltissimo da dire sulla sua condizione". Quella di Harness è una SF profondamente toccante, visionaria, ricca di idee, irrazionale ed atipica; riesce a toccare le corde dell'anima. Una lettura che lascia il segno, un autore che va scoperto (o riscoperto).