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Home Forum | La Fantascienza e gli altri generi... | La Fantascienza in Generale | Discussione: a.sf. 2013-2014 «prec succ»
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  Autore  Discussione: a.sf. 2013-2014  (letto 10885 volte)
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Re:a.sf. 2013-2014
« Rispondi #30 data: 19 Novembre 2013, 12:18:48 »
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"Il Gioco di Ender" di Orson Scott Card (Ender's Game, 1985)




Questo romanzo di Orson S. Card è uno dei più grandi best sellers nel genere fantascientifico ed ha fatto incetta di premi, appartenendo tra l'altro a quella ristrettissima cerchia di romanzi che possono vantare di aver portato a casa i 2 principali premi del settore ovvero il nebula  l'Hugo.
Oltre al Nebula Award 1986 ed allo Hugo Award 1986, ha vinto anche l'SF Chronicle Award 1986 e si è piazzato secondo (dietro a "Il Simbolo della Rinascita" di David Brin) al Locus Poll Award 1986.
Il romanzo è una rielaborazione di un racconto scritto dallo stesso Card nel 1977.
E' un capolavoro? Lo si potrebbe pensare guardando il pedigree ... eppure...
Lo stesso Card ammette che il suo romanzo non è un esempio di bella scrittura e non possiede particolari qualità artistiche ma afferma che il fine primo di un romanzo di genere dovrebbe essere quello di raccontare una storia, ed è proprio ciò che lui ha fatto.
Effettivamente la storia ti prende e la lettura è scorrevole, Card riesce ad offrire diversi spunti di riflessione pur non andando oltre la superfice delle cose.
Devo dire che mi ha un po' infastidito provare simpatia per un personaggio alla fin fine "oscuro" ed amorale (a suo modo) come Ender,e per quanto l'autore possa pretendere di aver scritto "solo una storia" io credo invece che i risvolti ed i significati, nonché i messaggi, veicolati da questo romanzo vanno analizzati nella dovuta ottica e forse non tutti hanno i mezzi per farlo, cioè non farei leggere un romanzo del genere ad un adolescente non ancora capace di metabolizzarne in maniera critica il contenuto.
Questo fortunato romanzo ha dato inizio ad un ciclo (ma dai!!), non ho ancora letto il seguito ma ho sentito dire che non è assolutamente all'altezza di "Ender's Game".

Voto: 7




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Re:a.sf. 2013-2014
« Rispondi #31 data: 20 Novembre 2013, 10:20:00 »
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"Ali della Notte" di Robert Silverberg (Nightwings, 1969)


  

Questo romanzo è formato dall'unione di 3 racconti:

- Nightwings (1968)
- Perris Way (1968)
- To Jorslem (1969)

Il primo dei 3 racconti, "Nightwings" è stato premiato con l'Hugo Award ed è stato nominato per il Nebula (nel 1969).
Il racconto è stato pubblicato da Urania col titolo "Dove portano tutte le strade (Metamorfosi Neo-classica)" nell'antologia "Il Terzo libro delle Metamorfosi".
Siamo in un lontanissimo futuro, in una landa desolata, alle porte di Roum (l'antica Roma) facciamo la conoscenza di 3 personaggi: un "Diverso" (un mutante malriuscito che si scoprirà essere un alieno), una "Vedetta", ed un "Alato" (un mutante).
L'alato (una donna) dopo poche frasi spiega le sue ali luminescenti e fragili e spicca il volo nel tramonto.
Un inizio molto evocativo che ci immerge in atmosfere che possiamo definire indubbiamente "Fantasy", e la scrittura ed il linguaggio usato dall'autore rafforzano questa sensazione.
Silverberg descrive una Terra morente, agonizzante, forse alla fine dei suoi giorni, e ci porta in giro per quelle che erano le grandi città che conosciamo (Roma, Parigi, Gerusalemme...), seguiamo i personaggi nel loro peregrinaggio attraverso la Francia, L'Italia, la Sicilia, l'Egitto, le rive del mar Morto, il Nord Africa, in un mondo profondamente diverso da quello che conosciamo, apprendiamo la storia passata della Terra e della razza Umana.
Siamo nel terzo Ciclo storico (la nostra epoca attuale corrisponde alla fine del primo ciclo), un epoca così lontana nel tempo che non si riesce ad immaginare: il sapere e la scienza sono in piena decadenza, come la nostra razza, e quel poco che ne resta sembra quasi mito, leggenda e magia.
E stupefacente, quasi una magia, come la fantascienza venga fuori inaspettatamente nel corso della narrazione e come un futuro così lontano possa parlarci del nostro presente; è un affascinante e suggestivo viaggio nel nostro futuro, nel nostro passato, nell'uomo.
Una storia cupa, dura, attraverso la quale filtra un po' di luce.
Bellissimo !!

Voto: 8




« Ultima modifica: 20 Novembre 2013, 10:56:20 di Arne Saknussemm » Loggato
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« Rispondi #32 data: 26 Novembre 2013, 12:32:09 »
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Sto leggendo "Costa delle Palme" di Kim Stanley Robinson (The Gold Coast, 1988)





1989 British Science Fiction Award - SF Novel (Nomination)
1989 John W. Campbell Memorial Award - Second Place (Place: 2)
1989 Locus Poll Award - Best SF Novel (Place: 5)

Secondo romanzo del ciclo di Orange County (o delle Tre Californie).


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« Rispondi #33 data: 09 Dicembre 2013, 21:49:08 »
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SOLARIS

Ho iniziato questo libro ieri sera, sono le 21.36 l'ho appena finito, capolavoro assoluto, la fantascienza mi ha sempre affascinato, ma nel mio limite fino a che non ho scoperto il forum di uraniamania, la intendevo con battaglie cosmiche e raggi gamma. Da quando ho iniziato a leggere assiduamente, mi sono imbattuto poche volte in temi riguardanti la conoscenza  degli aspetti più profondi dell'io, dell'introspezione umana. Con questo libro Lem non solo riscopre la sf tradizionale quella del "contatto" , ma attraverso questo chiamiamolo filone della narrativa, riscopre l'identità dell'uomo e i suoi dubbi sul grande mistero della coscienza e della vita e da cosa essa è stata generata. Credo che molti forumisti che mi hanno preceduto nei commenti abbiano ragione soprattutto di una cosa, questo romanzo deve essere assolutamente letto.  
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« Rispondi #34 data: 11 Dicembre 2013, 14:48:56 »
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Citazione da: MILES VORKOSIGAN il 09 Dicembre 2013, 21:49:08

SOLARIS

Ho iniziato questo libro ieri sera, sono le 21.36 l'ho appena finito, capolavoro assoluto, la fantascienza mi ha sempre affascinato, ma nel mio limite fino a che non ho scoperto il forum di uraniamania, la intendevo con battaglie cosmiche e raggi gamma. Da quando ho iniziato a leggere assiduamente, mi sono imbattuto poche volte in temi riguardanti la conoscenza  degli aspetti più profondi dell'io, dell'introspezione umana. Con questo libro Lem non solo riscopre la sf tradizionale quella del "contatto" , ma attraverso questo chiamiamolo filone della narrativa, riscopre l'identità dell'uomo e i suoi dubbi sul grande mistero della coscienza e della vita e da cosa essa è stata generata. Credo che molti forumisti che mi hanno preceduto nei commenti abbiano ragione soprattutto di una cosa, questo romanzo deve essere assolutamente letto.  



Mi piace anche

la fantascienza

libro.

perché voglio

vedere il

mondo futuro

che è colorato

da

libro di fantascienza
.

Penso che tutti

lover

storia d'amore

questa

fantascienza

cose
.

mi piace anche

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« Rispondi #35 data: 11 Dicembre 2013, 16:52:01 »
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Citazione da: Clame il 11 Dicembre 2013, 14:48:56



Mi piace anche

la fantascienza

libro.

perché voglio

vedere il

mondo futuro

che è colorato

da

libro di fantascienza
.

Penso che tutti

lover

storia d'amore

questa

fantascienza

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Wow !!!  
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« Rispondi #36 data: 12 Dicembre 2013, 17:33:41 »
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L'INVASIONE DEGLI ULTRACORPI

Anche questo romanzo , letto in soli 2 giorni.

La fantascienza, chi dice che tocca ricorrere alle astronavi o ai raggi laser per raccontarla, Finney racconta quella più classica, l'invasione aliena, lo fa con una narrazione descrittiva e fluida , con un ritmo incalzante e con una capacità naturale per indurre inquietudine e terrore al lettore. Un altro grande capolavoro.
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« Rispondi #37 data: 03 Gennaio 2014, 12:02:32 »
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Sto leggendo "Coyote" di Allen Steele (Coyote, 2002)






  
« Ultima modifica: 09 Gennaio 2014, 08:46:11 di Arne Saknussemm » Loggato
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« Rispondi #38 data: 03 Gennaio 2014, 21:44:05 »
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Sto leggendo   IL PREFETTO  di Alastair Reynolds
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« Rispondi #39 data: 17 Gennaio 2014, 11:41:21 »
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Sto leggendo "Il Pozzo dei Mondi" di Henry Kuttner (The Well of the Worlds, 1952)

  

  
« Ultima modifica: 17 Gennaio 2014, 11:41:35 di Arne Saknussemm » Loggato
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« Rispondi #40 data: 22 Gennaio 2014, 11:14:34 »
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Sto leggendo "Coyote Rising" di Allen Steele (2004)






Sull'onda dell'entusiasmo per "Coyote", mi sono finalmente buttato nella lettura in lingua originale.
Devo dire che è molto più semplice (e molto più piacevole) di quanto pensassi... se poi si è anche assistiti da un buon reader il gioco è fatto.
Quindi grazie a Steele, grazie a chi mi ha incoraggiato (il Wafer in primis), grazie al mio Sony PRS T-1...
... devo dire che questo romanzo ha un retrogusto molto particolare ... retrogusto dolce ... dolcissimo...
... sincero ...
...retrogusto di libertà !!  
« Ultima modifica: 22 Gennaio 2014, 11:15:32 di Arne Saknussemm » Loggato
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« Rispondi #41 data: 22 Gennaio 2014, 11:42:35 »
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"Coyote" di Allen Steele (Coyote, 2002)






"Coyote" è un buon romanzo di SF avventurosa con una buona dose di Hard SF, scritto molto bene, con una prosa semplice e col merito di non entrare troppo nel dettaglio scientifico tenendo così sempre alta l'attenzione del lettore.
Allen Steele riesce ad evocare il sense of wonder tipico di una certa SF dei tempi andati. In "Coyote" troviamo echi di Robert Heinlein e di Arthur C. Clarke; la descrizione del sistema di 47 Ursae Majoris e dei paesaggi, flora e fauna di Coyote ricorda la maestria di Hal Clement.
Ma in "Coyote" non c'è solo questo.  C'è una particolare attenzione nei riguardi dei personaggi, ben costruiti e caratterizzati; tra le righe si parla di politica, potere, diritti e libertà; si ricalcano e si allude ad alcune fasi della storia e dei miti legati alla colonizzazione dell'America del nord ed alla nascita degli Stati Uniti d'America.

In "Coyote" non c'è un solo io narrante, ogni diversa parte del romanzo è raccontata da un personaggio diverso, a volte in prima, a volte in terza persona, altre volte è l'autore a raccontare i fatti; questo offre una visione molto particolare dei luoghi e degli eventi raccontati ed è frutto dell'opera di fix-up che ha dato origine al romanzo.
"Coyote" è infatti formato dall'unione di otto diversi racconti, due dei quali ("Steeling Alabama" e "The Days Between") ricevettero la nomination per i premi Hugo e Nebula.

Il ciclo di Coyote è articolato in questo modo:

COYOTE SERIES

A) Coyote Trilogy:

1) Coyote (2002)
2) Coyote Rising (2004)
3) Coyote Frontier (2005)

B) Coyote Chronicles:
1) Coyote Horizon (2009)
2) Coyote Destiny (2010)

C) Coyote Spinoff:

Spindrift (2007)
The River Horses (2007)
Galaxy Blues (2008)


In Italia, oltre a "Coyote", è stato tradotto anche "Galaxy Blues" col titolo "Galassia Nemica" (Urania n.1566).

E se avete voglia di una piccola anticipazione di ciò che succederà nel secondo romanzo della serie, "Coyote Rising", allora dovete procurarvi l'antologia "Venti Galassie" (Urania Millemondi n.44, traduzione italiana dello "Year's Best SF n.9" di Hartwell e Cramer) che contiene "La pazza di Shuttlefield" (The Madwoman of Shuttlefield), racconto scritto da Steele nel 2003 che è anche la prima parte di "Coyote Rising" (anch'esso frutto di un fix-up).
Tutti i racconti uniti in "Coyote" e "Coyote Rising" sono originariamente usciti su Asimov's Science Fiction (ad eccezione di "The Boid Hunt" uscito su Star Colonies).
Un romanzo da non perdere, certo non un capolavoro ma una SF intrigante, avventurosa, che riesce a portarti proprio la dove vorresti essere: nello spazio profondo, nel bel mezzo di un'avventura che vale una vita !

... ma chissa se e quando potremo leggere i seguiti tradotti in italiano ...

Voto: 8

P.S. Sorvoliamo sui "tagli Uraniaci" il cui voto sarebbe 2 ... e fate un po la media ....


    
« Ultima modifica: 22 Gennaio 2014, 12:42:26 di Arne Saknussemm » Loggato
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« Rispondi #42 data: 24 Gennaio 2014, 19:12:22 »
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"Il Pozzo dei Mondi" di Henry Kuttner (The Well of the Worlds, 1952)

  



Un mix di fantascienza e fantasy, un rapido sviluppo della storia, senza cadute di ritmo, senza tregua, e la scienza usata in maniera molto particolare, ingegnosa ed originale, basti pensare che in questo romanzo Kuttner, partendo dai concetti base della fisica nucleare (ovviamente parliamo del '52 quando questa branca della scienza era ancora agli inizi) arriva ad immaginare una razza che è "isotopo" della razza umana, ma derivante dalla fissione di una razza originale, ed immagina una divinità/forma di energia che altro non è che una metafora dell'energia che eccita gli elettroni di un atomo e li porta su orbitali più esterni rendendoli spesso instabili ... insomma concetti che non calzano molto bene in quelle che sono le attuali conoscenze nel campo della chimica e della fisica nucleare (nonchè quantistica), che contribuiscono a rendere particolarmente datato questo romanzo, ma grazie ai quali Kuttner riesce comunque a costruire una storia originale ed affascinante.
A questo Kuttner mescola la teoria degli universi paralleli e la storia è servita.
Il romanzo ha per protagonista Clifford Sawyer, investigatore privato che lavora per conto di una multinazionale. Sawyer viene catapultato in un mondo parallelo al nostro e si trova coinvolto, suo malgrado, in una rivolta ed in una feroce lotta per il potere. Per di più Sawyer non può tirarsi indietro perchè dall'esisto di questi conflitti dipende il destino dellla Terra e dell'intero universo, ed anche perchè ha un piccolo meccanismo nella scatola cranica (impiantatogli da un losco terrestre che come lui viene trasportato nel mondo parallelo di Khom'ad) che potrebbe ucciderlo all'istante e l'unica alternateva che gli resta è quella di eseguire gli ordini che gli vengono dati.
Tutto questo occupa le prime 20-30 pagine del romanzo, un inizio che non da tregua al lettore, che ti tiene incollato alla pagina.
Poi ci sono 2 razze aliene, strane forme di energia, un mondo esotico e tanta azione ....
Molto bello anche il finale: ben congegnato, adrenalinico ed inquietante.
Ad onor del vero bisogna dire che il romanzo ha si dei meriti ma è anche molto, molto datato; per la sua struttura e per gli argomenti che tratta risente in maniera pesante dei suoi 60 anni di vita; e se date un' occhiata ai vari commenti che si possono trovare in giro per la rete noterete come questi siano per lo più negativi.

Probabilmente, visto l'esiguo numero di pagine del romanzo, sarebbe stato bello se in appendice avessero aggiunto alcuni racconti di Kuttner; i racconti sono probabilmente la parte più interessante della produzione di questo autore e sono certamente quelli che reggono meglio il peso del tempo.
Probabilmente sarebbe stata più interessante la riproposizione de "I robot non hanno la coda" o di "Il Twonky, il Tempo e la Follia", e personalmente mi auguro che queste raccolte possano comparire prima o poi sulle pagine di Urania Collezione.

Un romanzo gradevole ed originale e che va letto come se fosse una favola fantasy-scientifica senza troppe pretese, per passare un paio d'ore piacevoli.

Voto: 6

  
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Re:a.sf. 2013-2014
« Rispondi #43 data: 14 Aprile 2014, 12:35:38 »
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Sto leggendo "Il Congresso di Futurologia" di Stanislaw Lem (Kongress Futurologiczny, 1971)





« Ultima modifica: 14 Aprile 2014, 12:41:59 di Arne Saknussemm » Loggato
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« Rispondi #44 data: 14 Aprile 2014, 15:14:24 »
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Ma il ciclo di Tschai lo avevi iniziato poi ???
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