E fu così che quel giorno arrivò…
Ero convinta che sarebbe arrivato.
Era da un po’ che seguivo quel forum e più passava il tempo e più mi convincevo che in mezzo a quei nickname strani ci fosse veramente qualcuno di “loro”…
Ero talmente convinta di questa cosa che il giorno in cui pubblicai il topic della prossima apertura del mio ambulatorio mi premunii anche di contattare uno di quei siti solo apparentemente strambi che forniscono i famosi “kit per interazione con gli alieni”, specificando che me ne serviva uno ottimamente fornito per scopi sanitari.
Non immaginavo che avrei dovuto aspettare così poco per usarlo e invece…
Mi trovavo nel mio ufficio in un rovente pomeriggio di giugno a studiare gli appunti dell’ultimo corso di medicina d’urgenza quando mi accorsi che la luce proveniente dalla finestra si era improvvisamente attutita.
Mentre pensavo al coraggio di una nuvola solitaria nel cielo terso mentre combatte contro il fuoco del sole, sentii il rilevatore di presenza della porta d’ingresso suonare seguita dal suono di rantoli e gorgoglii.
Mentre mi alzavo per andare ad accogliere il nuovo cliente pensavo a ogni sorta di cane brachicefalo e russatore. Aprii la porta preparandomi a salutare il cagnetto quando lo vidi…
Lì per li rimasi esterrefatta, non riuscivo a muovermi, non riuscivo ad emettere alcun suono, riuscivo solo a fissare a bocca aperta la creatura che avevo davanti.
Era alto un metro e mezzo circa, di forma globulare.
Due specie di tagli ricoperti di croste giallastre da cui fuoriusciva una vera e propria cascata di muco che andava ad avvolgere tutta la parte inferiore del corpo come se fosse un vestito fatto su misura.
Sotto lo strato di muco si potevano intravvedere un paio di piccole braccia e due corte gambine, nonché una larghissima bocca piena di denti aguzzi.
La creatura gorgogliava, tossiva, sputacchiava.
Finalmente, con un grande sforzo, i miei neuroni ricominciarono ad emettere qualche timida scarica elettrica che consentì alle mie gambe di portarmi precipitosamente al magazzino dell’attrezzatura.
Frugai freneticamente fra scatole di siringhe e di garze e finalmente lo trovai: il “kit per interazione con gli alieni”!
Aprii lo scatolone e per prima cosa indossai il traduttore istantaneo. Tornai in sala d’attesa e sperando con tutta me stessa che il kit non fosse una bufala mi rivolsi alla creatura:
<<Buongiorno e benvenuto nel mio ambulatorio, posso aiutarla in qualche modo?>>
<<
Buongiorno a te>> gorgogliò la creatura <<ho letto di questo posto su un forum in internet>>
“Ecco, lo immaginavo!” pensai.
<<Io sono Krob, vengo dal pianeta Lab. Questa è la prima primavera che passo sul vostro pianeta e da quando ha cominciato questo caldo venusiano non riesco più a respirare come si deve. Inoltre non riesco più ad aprire gli occhi. Per fortuna ho una sorta di sesto senso che mi consente di intuire l’ambiente e mi ha permesso di arrivare fino a qui!>>
<<Prego si accomodi in sala visite, vediamo cosa possiamo fare>>
Lasciando filamenti di muco sul pavimento il laboliano entrò nella sala visite e si stese sul tavolo d’acciaio.
Io mi infilai un paio di guanti in lattice e presi un bel pezzettone di carta con cui cominciai a rimuovere con delicatezza tutto il muco che ricopriva il povero Krob.
Mano a mano che procedevo nella pulizia mi accorsi che Krob nascondeva sotto il muco una fitta pelliccia. Finito di rimuovere il muco presi una pezza inumidita con acqua tiepida e cominciai a lavare il povero laboliano. Mi recai poi in bagno, presi l’asciugacapelli della mia collega e cominciai ad asciugare la pelliccia del mio paziente.
Fu con grande stupore e soddisfazione che alla fine della toeletta mi accorsi della meraviglia della pelliccia di Krob.
Non solo era fittissima, ma anche morbidissima! E tricolore! Aveva chiazze bianche grigie e rosso-arancio.
Guardai quelli che in un primo momento avevo classificato come tagli cisposi e che ora intuivo dovessero essere gli occhi e, sempre con una pezzolina inumidita, cominciai a pulirli. Lo stupore e la meraviglia fu ancora maggiore quando le palpebre si aprirono su due occhi enormi, scuri e dolcissimi.
<<Ora si che si può ragionare!>> esclamai prendendo il fonendoscopio. <<Il suo cuore e i suoi polmoni sono più o meno dove sono i nostri?>> domandai a Krob.
<<Sì direi di si>> mi rispose guardandomi con gli enormi occhi pieni di aspettativa.
Appoggiai il fonendoscopio al tondo torace del mio paziente e cominciai ad auscultare attentamente tutti i suoni che produceva.
Il cuore suonava benone, non c’erano soffi cardiaci né aritmie. I polmoni invece...sembrava di auscultare una moka del caffè in ebollizione!
Povero Krob! Era costipatissimo.
<<La sua temperatura corporea?>>
<<E’ normale fino a 39°C>>
<<Molto bene! La prego, si posizioni questo nel posto che utilizza di solito per provarsi la temperatura>> gli chiesi porgendogli un termometro.
La temperatura era un po’ altina: 40,5°C.
<<Bene!>> esclamai sorridendo al mio dolce paziente <<direi che sono giunta a una conclusione. Lei ha una bella forma respiratoria. Probabilmente lo sbalzo di temperatura di questa primavera per lei è stato deleterio. Ma non si preoccupi, abbiamo i mezzi per risolvere la situazione. Ora le prescrivo…no, diciamo che vado io in farmacia e le porto i farmaci…>>
Presi un valido antibiotico, un aerosol a base di antibiotico, cortisone e mucolitico e un collirio. Portai tutto a Krob e gli spiegai come utilizzare i farmaci. Gli chiesi di chiamarmi per qualsiasi evenienza e di tornare regolarmente per i controlli.
Nei giorni successivi Krob si dimostrò un paziente modello. Eseguiva diligentemente tutte le terapie prescritte. La temperatura tornò rapidamente nella norma, il pelo divenne ancora più lucido e morbido e gli occhi luminosi. Krob era veramente bellissimo!
Avemmo modo anche di chiacchierare del suo pianeta che era caratterizzato da vastissime praterie verdi inframmezzate da chiazze boscose. Il clima era temperato e costante per tutto l’anno. Mi spiegai così la sua intolleranza per gli sbalzi di temperatura.
Krob era uno scienziato, era venuto sul nostro pianeta per studiare il nostro ambiente e le nostre culture. Mi svelò che il sito di uraniamania era un mezzo utilizzato da molti abitanti dei più disparati pianeti per comprendere la natura umana nelle sue più diverse sfaccettature. Nelle varie Commissioni Interplanetarie si discuteva già da tempo su come poter entrare ufficialmente in contatto con la razza umana. Si erano esclusi immediatamente i vari governi: troppa burocrazia, troppe armi pronte per essere usate, troppi pregiudizi. Si era così deciso di utilizzare il forum, pieno di gente con mentalità aperta all’idea dell’esistenza di altre popolazioni nello spazio.
Il mio non più solo paziente ma anche amico Krob guarì rapidamente e nel giro di una settimana poté tornare ai suoi impegni lavorativi. Mi abbracciò forte e per me fu un’emozione infinita sentirmi sprofondare nella sua sofficissima pelliccia aliena. Mi commossi e anche i suoi immensi occhioni lasciarono sfuggire qualche lacrima.
<<Teniamoci in contatto tramite il forum>> mi propose <<e comunque passerò ancora a trovarti>>.
<<Grazie Krob, spero davvero di vederti spesso!>>
Abbracciai ancora il mio amico e lo osservai mentre spariva nel cielo a bordo della sua tondeggiante astronave.
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