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Home Forum | La Fantascienza e gli altri generi... | La Fantascienza in Generale | Discussione: Giovannino nello spazio «prec succ»
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  Autore  Discussione: Giovannino nello spazio  (letto 4689 volte)
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Re:Giovannino nello spazio
« Rispondi #15 data: 20 Settembre 2010, 21:22:39 »
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La caramella istruttiva


Sul pianeta Bih non ci sono libri. La scienza si vende e si consuma in bottiglie.
La storia è un liquido rosso che sembra granatina, la geografia un liquido verde menta, la grammatica è incolore e ha il sapore dell'acqua minerale. Non ci sono scuole, si studia a casa. Ogni mattina i bambini, secondo l'età, debbono mangiar giù un bicchiere di storia, qualche cucchiaiata di aritmetica e così via.
Ci credereste? Fanno i capricci lo stesso.
- Su, da bravo - dice la mamma - non sai quanto è buona la zoologia. È dolce, dolcissima. Domandalo alla Carolina - (che è il robot elettronico di servizio).
La Carolina, generosamente, si offre di assaggiare per prima il contenuto della bottiglia. Se ne versa un dito nel bicchiere, lo beve, fa schioccare la lingua:
- Uh, se è buona! - esclama, e subito inizia a recitare la zoologia: - La mucca è un quadrupede ruminante, si nutre di erba e ci dà il latte con la cioccolata.
- Hai visto? - domanda la mamma trionfante.
Lo scolaretto nicchia. [...]
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Re:Giovannino nello spazio
« Rispondi #16 data: 21 Settembre 2010, 07:40:23 »
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Il pulcino cosmico


L'anno scorso a Pasqua, in casa del professor Tibolla, dall'uovo di cioccolata sapete cosa saltò fuori? Sorpresa: un pulcino cosmico, simile in tutto ai pulcini, ma con un berretto da capitano in testa e un'antenna della televisione sul berretto.
[... Parla il pulcino cosmico ] - Questo uovo, in realtà, è una nave spaziale, travestita da uovo di Pasqua, e io sono il comandante, travestito da pulcino. [...] Noi dobbiamo trovare questo Gino e gli altri membri dell'equipaggio futuro, per sorvegliarli, senza che se ne accorgano, e per educarli come si deve.
- Cosa, cosa? - fece il professore. - Forse noi non li educhiamo bene i nostri bambini?
- Mica tanto. Primo, non li abituate all'idea che dovranno viaggiare tra le stelle; secondo, non insegnate loro che sono cittadini dell'universo; terzo, non insegnate loro che la parola nemico, fuori della Terra, non esiste; quarto...
- Scusi, comandante - lo interruppe la signora Luisa - come si chiama di cognome quel vostro Gino?
- Prego, vostro, non nostro. Si chiama Tibolla. Gino Tibolla.
- Ma sono io! - saltò su il figlio del professore. - Urrà!
[...]
« Ultima modifica: 21 Settembre 2010, 07:41:50 di dhr » Loggato
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Re:Giovannino nello spazio
« Rispondi #17 data: 21 Settembre 2010, 20:42:55 »
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Da: Il Pianeta degli alberi di Natale


- Capitano, un uomo in cielo!
- Da che parte?
- Dalla parte della coda, signore.
- Presto, datemi un trinocolo.

Il capitano afferrò il trinocolo, osservò con interesse il naufrago che galleggiava nella scia luminosa dell'astronave, poi disse:
- Non è un uomo, è un bambino.
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Re:Giovannino nello spazio
« Rispondi #18 data: 22 Settembre 2010, 07:55:31 »
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Da: Il Pianeta degli alberi di Natale

[ Marco, il bambino recuperato nello spazio ] scese nella sala, si aggirò svogliato fra poltrone e divani, prese una mela da una fruttiera e se la portò alla bocca. Incastrato nel muro c'era uno schermo bianco. In un angolo, in basso, un bottoncino nero che aveva tutta l'aria di un comando. Marco lo premette e subito lo schermo s'illuminò. Apparvero le sagome mostruose degli Arcicani, che passavano a frotte nel cielo della città.
- Ormai se ne stanno andando - disse qualcuno nella sala.
Marco si voltò di scatto. Un robot avvolto in una vestaglia gialla lo guardava sorridendo con occhi fosforescenti, mentre con le mani faceva qualcosa che Marco, se si fosse trattato di sua nonna invece che di un robot, avrebbe definito col verbo "sferruzzare".
- Un passamontagna isolante - spiegò bonariamente il robot che aveva notato la direzione degli sguardi di Marco. - Così se ci saranno nuove incursioni [ gli Arcicani emettono latrati assordanti, ndr ] non sentirò il fracasso. Ma spero che non ce ne siano altre.
- E allora, perché fai quella roba?
- Non posso stare senza fare niente. Sono un robot domestico e questa casa mi dà pochissimo lavoro. E poi mi piace fare la maglia. Lei è un sereniano [ terrestre ], vero? Scusi se sono indiscreto. Me lo ha detto il suo amico. Dormiva così sodo quand'è arrivato, che abbiamo dovuto spogliarla e metterla a letto.
- Dov'è andato, Marcus?
- Non saprei. È uscito e ha detto che difficilmente potrà tornare. Mi ha raccomandato di prepararle la colazione.
"Questa è buona - pensò Marco. - Dalle mani di un ragazzino a quelle di un robot. Mi caricano e scaricano come un pacchetto di biscotti!"
Chiacchierando con visibile piacere, il robot continuava a sferruzzare.
- Questa casa è di Marcus? - domandò Marco.
- Oh, no! È mia.
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Re:Giovannino nello spazio
« Rispondi #19 data: 23 Settembre 2010, 07:30:25 »
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Da: Il Pianeta degli alberi di Natale


Il pianeta è più piccolo della Terra. Questa è la ragione per cui anche il calendario è più corto. Inoltre è facoltativo, cioè chi vuole lo guarda, chi non vuole ne fa a meno. L'anno dura soltanto sei mesi. Ogni mese ha appena quindici giorni. Ogni giorno è Natale. Le settimane sono composte di tre giorni: un sabato e due domeniche. Alcuni sabati sono piuttosto complicati, perché fino a mezzogiorno è sabato pomeriggio, e dopo mezzogiorno è già domenica.
Le ore non sono tutte come le nostre. Le sette del mattino, per esempio, capitano un po' più tardi, verso le dieci: così nessuno è costretto ad alzarsi troppo presto.
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Re:Giovannino nello spazio
« Rispondi #20 data: 24 Settembre 2010, 07:59:22 »
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L'ottomobile


Tra le macchine sbagliate
per colpa dell'ortografia
osservate l'ottomobile.
Una vera sciccheria.
Il trionfo dell'otto:
otto ruote, otto trombe,
otto carburatori,
otto marmitte con otto rumori,
otto fanali di otto colori
tutti differenti,
otto freni, otto frizioni,
otto candele, otto pistoni.
Ci stanno otto persone
di media statura,
e nessuno ne ha paura perché va
alla velocità
di otto chilometri all'ora.
Si dirà: "Meno di un triciclo". È vero.
Però è una macchina otto volte elegante,
e con otto piccole modifiche
si trasforma in un otto volante.
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Re:Giovannino nello spazio
« Rispondi #21 data: 25 Settembre 2010, 09:01:26 »
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Comunicato straordinario


Signore e signori
sospendiamo la trasmissione
per leggervi un messaggio
che farà sensazione:

il pianeta Mercurio
sta cascando giù,
qualcuno l'ha colpito
con un missile Q.

Merqurio (così adesso
è ridotto lo sventurato)
è uscito dalla sua orbita,
dal sole s'è allontanato,

sta mettendo in pericolo
l'equilibrio interplanetario
[...]
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Re:Giovannino nello spazio
« Rispondi #22 data: 25 Settembre 2010, 20:27:10 »
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L'ultimo giorno di "squola"


[...] in quello stesso momento la porta si aprì, e nell'aula fece il suo ingresso uno sconosciuto. Egli mi fece un profondo inchino, permettendomi così di notare che portava sul capo la metà di un berretto del genere di quelli che usano i ferrovieri: e quella pericolante metà era assicurata alla testa per mezzo di una cordicella.
- Il signor maestro ha chiamato? - domandò il personaggio, risollevandosi dal suo inchino.
- Non ho chiamato nessuno - risposi il più gentilmente possibile - ma comunque non avrei chiamato lei, della cui esistenza ero del tutto ignaro fino a trenta secondi or sono. Vuol avere la bontà di presentarsi?
- Ma sono il bidelo - disse lo sconosciuto, indicando con un dito il suo mezzo berretto.
- Vorrà dire il bidello - corressi - con due elle, signor mio: bi-del-lo.
- Eh, magari - sospirò il mezzo berretto - magari fosse come dice lei! Purtroppo sono soltanto un bidelo.
- Sarà, ma noi abbiamo invece una bidella, e quella ci basta. Tanto più che è anche grassottella.
- Per favore - disse il personaggio - guardi dalla finestra.
Troppo meravigliato per invitarlo a occuparsi dei fatti suoi, gettai un'occhiata attraverso i vetri. Aiuto e misericordia! Dove era il magnifico panorama da me cantato in tanti sonetti? Il lago era scomparso. Scomparsi i cigni, gli abeti, le ville, i battelli. Scomparso il paese. Il nostro caro edificio scolastico era circondato da uno spaventoso deserto, nel quale crescevano qua e là alberi orribili, ficcati nella terra con la chioma all'ingiù e con le radici al vento.
- Che succede? - mormorai. - Dove ci troviamo?
- Sul pianeta sbaliato - rispose il bidelo.
[...]
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Re:Giovannino nello spazio
« Rispondi #23 data: 26 Settembre 2010, 08:37:14 »
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Gli uomini a motore


Giovannino Perdigiorno
era un grande viaggiatore:
capitò nel Paese
degli Uomini a motore.

Al posto del cuore
avevano un motorino
che si spegne la sera
e si accende al mattino.

Al posto dei piedi
avevano le rotelle,
le cinghie di trasmissione
erano le bretelle.

[...]

Correvano tutto il giorno
senza mai fermarsi:
non avevano neanche
il tempo di salutarsi.

E non scambiando mai
né parole né saluti
pian piano i poveretti
diventarono muti.

[...]
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Re:Giovannino nello spazio
« Rispondi #24 data: 26 Settembre 2010, 19:34:35 »
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La sirena di Palermo


Una volta un pescatore di Palermo trovò nella rete, insieme ai pesci, una piccola sirena. Si spaventò, e stava per lasciar ricadere la rete in mare, ma si accorse che la sirena piangeva e non ne ebbe più paura.
- Perché piangi? - le domandò.
- Ho perduto la mia mamma.
[...]
- Faremo così - disse il pescatore [ alla famiglia ] - le prenderemo una carrozzella, perché deve stare sempre seduta. Le metteremo davanti una coperta e diremo che ha le gambe malate. Diremo che è figlia di un parente di Messina, e che è venuta a stare un po' con noi.
E così fecero.
[...]
Intorno alla sua carrozzella, nel povero vicolo, c'era sempre un crocchio di bambini. Sedevano silenziosi sui gradini della casa del pescatore, si accoccolavano sul selciato, spalancavano i loro occhi di carbone e di diamante, e non erano mai stanchi di ascoltare [ le storie di mare raccontate dalla piccola sirena ].
Ogni donna che passava si fermava un momento, e quando andava via si asciugava una lacrima.
- Quella bambina è una sirena - dicevano i vecchi pescatori. [...]
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Re:Giovannino nello spazio
« Rispondi #25 data: 27 Settembre 2010, 09:41:13 »
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Boys, è lo stesso argomento di "Rollback" di Sawyer, a ottobre in edicola! La parola "rollback" si riferisce proprio al processo biologico qui descritto. Cfr. anche "Gli immortali" di Gunn.

Da: C'era due volte il barone Lamberto


La mattina seguente [ il barone ] deve ammettere anche lui che le rughe si stanno cancellando. La pelle, al tocco, non dà più quella sgradevole impressione di carta vetrata. I capelli, in vari punti del cranio, formano ciuffetti sbarazzini. Gli occhi, fino a qualche settimana fa seminascosti dalla pesante cortina delle palpebre, si affacciano alla luce con rinnovata vivacità.

- - - - -

Chiunque, vedendo il barone Lamberto, gli darebbe, sì e no, quarant'anni e si accorgerebbe a occhio nudo che è sano in lungo e in largo.
Poche settimane or sono era un vecchio tenuto su solo dalle medicine e dai suoi due famosi bastoni col pomo d'oro, e adesso eccolo lì, un uomo nel pieno vigore, quasi un giovanotto, diritto, alto, biondo, sportivo.
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Re:Giovannino nello spazio
« Rispondi #26 data: 27 Settembre 2010, 20:38:40 »
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Le scarpe del conte Giulio


[...] si presentarono con un disegno che posarono sul tavolo senza parlare, ma non senza qualche sogghigno.
- Cos'è, un nuovo modello di sciarpa per cani? - domandò distrattamente la Giuditta.
- A me sembra il disegno di un frigorifero - disse la signora Carlotta. - Ecco qui il condotto di aspirazione, ecco il compressore e questa, si vede subito, è una serpentina.
- A me - disse la signora Rosina - sembra una scarpa: e questo, al di là di ogni dubbio, è il tacco. Un po' altino, magari.
[...]
- Hm - borbottò il conte Giulio. - Fresche. Comode. Il tacco un po' altino, magari.
- Adesso si usa così. Vedi? Qui nel tacco si apre uno sportellino. È qui che s'infilano le pile. Miniaturizzate, naturalmente. Siamo sempre nel fall down della tecnica spaziale. Noi e i satelliti artificiali siamo così. Da Gagarin a noi non c'è che un passo. Un passo di frigoscarpa.
Il conte Giulio ascoltava perplesso. Come tutti gli umanisti, davanti ai prodotti della tecnica più sofisticata, provava un moto di sospetto. Non di rigetto, però. Difatti si tenne le frigoscarpe ai piedi e andò al suo lavoro.
[...]
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Re:Giovannino nello spazio
« Rispondi #27 data: 28 Settembre 2010, 07:51:48 »
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La sposa sirena (1)


Oggi quel lontano pianeta si chiama Sirenide: tra poco sarà chiaro il perché. Nei primi tempi dopo lo sbarco dei terrestri sul suo sterminato oceano di acque color lilla, esso si chiamava semplicemente "Acca due o". [...]
E in quell'acqua lilla, che al tramonto si tingeva di viola, vivevano almeno dei pesci?
Alla domanda si sforzava di dare una risposta la spedizione comandata dal colonnello Baran. [...]
Leo [...] gettò in acqua una minuscola telecamera, di cui controllava le riprese su uno schermo portatile. Quasi subito gli apparvero, nel rettangolo del video, tre volti sorridenti. Non uno, ma tre. Tre deliziosi volti di fanciulla, i volti di tre allegre, sorridenti, disinvolte ragazze che lo guardavano con un certo divertimento.
- Dev'essere un'interferenza - borbottò Leo. - Oppure non mi sono del tutto svegliato.
Manovrò i comandi dell'apparecchio e tornò a guardare il teleschermo. Le tre ragazze erano sempre là, sedute in uno straordinario sommergibile scoperto, una specie di automobile subacquea. [...] Le ragazze [...] non portavano né maschera né respiratore, ma non parevano soffrirne. Erano vestite di tute argentee, ornate con semplici collane di conchiglie e una di esse, probabilmente la più giovane, si divertiva a rimandare i raggi del sole con uno specchio.

continua
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Re:Giovannino nello spazio
« Rispondi #28 data: 28 Settembre 2010, 08:27:14 »
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La sposa sirena (2)


[ Parla la sirena ] - Deve sapere che molti millenni fa, sul nostro pianeta, vi fu una terribile guerra...
- Sottomarina, immagino...
- Naturalmente. Il popolo sconfitto fu costretto ad emigrare. Attraversò gli spazi in una vasca volante (pensi a un'astronave come le vostre, ma piena d'acqua) e trovò rifugio nelle tiepide acque del Mediterraneo, presso le coste greche e italiane.
- Allora Ulisse vide veramente le sirene?
- Sì, gli antichi terrestri videro i nostri emigranti nell'acqua. Non poterono certo vedere le loro code di pesce, perché non ne avevano: ma quelle se le immaginarono, ecco. […] Dopo qualche secolo il nostro pianeta era diventato abbastanza civile da abolire totalmente le guerre. Allora ci ricordammo degli esuli e andammo sulla Terra a riprenderli. […]

Leo e Noa [ la sirena ] andarono a vivere in una villetta alla periferia di Roma. Nel giardino c'era una piscina, dove Noa poteva passare qualche ora nel suo elemento. Anche in casa, in salotto, c'era un acquario e talvolta Noa, per compiacere i visitatori, vi entrava, si toglieva la maschera e mostrava come i sirenidi potessero respirare nell'acqua come i pesci.

continua
« Ultima modifica: 28 Settembre 2010, 08:27:38 di dhr » Loggato
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Re:Giovannino nello spazio
« Rispondi #29 data: 28 Settembre 2010, 18:52:30 »
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La sposa sirena (3)


Qualche giorno prima dell'anniversario del loro matrimonio, Noa manifestò il desiderio di fare una scappata su Sirenide: solo per pochi giorni, per rivedere le sorelle. Leo ne fu contento. “Così potrò prepararle la mia sorpresa senza che lei possa sospettare di nulla”.
Quando poi Noa fu per tornare, egli non si recò all'astroporto. L'attese in casa. Anzi, l'attese nell'acquario: e senza maschera, senza scorta d'ossigeno! Perché la sorpresa di Leo era appunto questa: di nascosto da Noa egli aveva lavorato con un gruppo di scienziati che cercavano di fabbricare una valvola capace di far respirare i terrestri anche sott'acqua. E aveva voluto essere il primo a farsela innestare in una spalla.
Noa entrò in casa allegra e impetuosa come una folata di vento. Vide Leo nell'acquario e scoppiò a ridere. E anche Leo scoppiò a ridere... Perché Noa stava in mezzo alla stanza, in piena aria, senza il suo respiratore ad acqua: anche lei, ora, poteva vivere e respirare nell'aria, come Leo. Era andata su Sirenide apposta, perché sapeva che gli scienziati di lassù stavano fabbricando una valvola capace di far respirare i sirenidi fuori dell'acqua!
Leo uscì dalla vasca e la salutò. Erano tutti e due felici per aver pensato la stessa cosa, per essersi fatti lo stesso regalo.
- Io sono diventata come te, tu sei diventato come me...
E tutti e due erano diventati qualcosa che prima non esisteva. Cose che sono sempre capitate e sempre capiteranno.
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