Dal sito
www.mangialibri.com riporto un mini articolo di David Frati, commemorativo di un grande scrittore, purtoppo scomparso senza che UM se ne avvedesse (almeno così credo):
"Per favore, un po' meno d'amore e un po' più di dignità".
Kurt Vonnegut jr. è nato nel 1922 a Indianapolis, terzo figlio dell'architetto Kurt Sr. e di Edith, rampolla di una ricca famiglia di birrai. Durante la Grande Depressione, la famiglia Vonnegut soffrì una grave crisi economica, sfiorando la miseria, e la mamma del piccolo Kurt precipitò nell'abisso della malattia mentale: anni dopo lo scrittore ricordava: "Quando mia madre veniva colpita da gravi crisi aggressive, la notte tardi, l'odio e il veleno che spruzzava su mio padre, l'uomo più buono e gentile che mai sia vissuto, erano così puri e senza limiti, mai toccati dalle idee o dall'informazione".
Il tormento di Edith Lieber Vonnegut finisce il 14 maggio del 1944, quando la donna si uccide. Nel frattempo il soldato Kurt Vonnegut sta per vivere sul fronte europeo della II Guerra Mondiale l'esperienza che gli segnerà la vita per sempre.
Quando la 106esima Divisione di Fanteria viene dispersa durante la battaglia di Bulge, Kurt infatti si ritrova isolato dietro le linee nemiche e viene catturato. Nei mesi passati come prigioniero di guerra in Germania, Vonnegut assiste al terrificante bombardamento di Dresda, dal quale si salva (con 6 commilitoni) solo perché in quelle ore era sottoterra, nella fabbrica di carne nota come Mattatoio 5. Nei giorni seguenti al bombardamento, i nazisti lo impiegano nell'immane opera di sepoltura dei cadaveri delle decine di migliaia di civili morti: "Ma c'erano troppi morti, era impossibile. Allora i tedeschi usarono i lanciafiamme: enormi cataste di resti umani ridotte in cenere".
Questa allucinante esperienza costituirà il cuore del suo romanzo più famoso, intitolato eloquentemente Mattatoio numero 5. Nel maggio 1945 i sovietici liberano i prigionieri di guerra dei nazisti: per Kurt Vonnegut la guerra è finita. Tornato a casa (e ritrovatosi orfano di madre) il giovane Kurt si laurea in Antropologia all'University of Chicago e lavora come reporter al City News Bureau of Chicago.
Successivamente lascia Chicago per trasferirsi a Schenectady, New York, dove si occupa di pubbliche relazioni per la General Electric. Esperienze lavorative preziose non solo per sbarcare il lunario, ma per formare il suo stile letterario, come lui stesso ammetterà in seguito. In tutti questi anni, la passione per la scrittura non lo ha mai abbandonato: negli anni '50 inizia a pubblicare racconti di fantascienza, poi si sposta verso quel qualcosa di totalmente nuovo, equidistante da invettiva, reportage e fiction, che è ciò che lo ha reso celebre in tutto il mondo e autore di un romanzo inserito nei Top 100 di ogni tempo dal settimanale Time (ancora Mattatoio numero 5). Kurt Vonnegut ha scritto in totale 19 libri, più una serie di pièce teatrali, articoli e racconti pubblicati su riviste.
Negli anni successivi alla sua affermazione come scrittore, è caduto in una profonda depressione che lo ha portato persino ad un tentativo di suicidio a base di pillole e alcol nel 1984. Il successo non lo ha mai cambiato, né è stato da lui mai vissuto come il riconoscimento di una sua diversità: "Sono stato solo fortunato", raccontava in un'intervista a NY1 nel 2005. "Ho trovato un pubblico, urrà. Ma ho conosciuto scrittori meravigliosi che hanno fallito, e sono finiti nella più totale povertà".
Amato e odiato dalla critica letteraria, che gli rimproverava una certa ripetitività, quasi un riciclaggio di temi e personaggi, è stato considerato ora uno dei massimi pensatori contemporanei, ora un vuoto fabbricante di aforismi. Ricca di emozioni la sua vita familiare: due volte sposato (prima con la sua ragazza dei tempi del liceo, Jane Marie Cox, dalla quale si è separato nel 1970 e divorziato nel 1979) e poi con la fotografa Jill Krementz.
Vonnegut ha allevato 7 figli: 3 avuti dalla prima moglie, 1 adottata e 3 figli di sua sorella Alice, protagonista di una terribile storia che vale la pena raccontare. In una terribile settimana del 1958, il cognato di Kurt è infatti morto in un incidente e la sorella Alice di tumore. La donna peraltro venne a sapere della morte tragica del marito - che i parenti tentavano invano di tenerle nascosta - leggendo un trafiletto sul New York Daily News, un giorno prima di morire lei stessa. Dopo 84 anni di libri, dibattiti, idee, manifestazioni e polemiche, Kurt Vonnegut è morto l'11 aprile 2007 per le conseguenze di una brutta caduta nella sua casa di Manhattan.